Totentanz – Danza Macabra, recensione di Fausta Spazzacampagna

TOTENTANZ_DANZA_MACABRA da tedavi.

Quando si dice che Alessandro Riccio non sbaglia un colpo si dice semplicemente la verità.
Lo spettacolo di ieri sera ha toccato uno degli argomenti più difficili da portare sulla scena: la morte, facendone uno spettacolo dove si ride a crepapelle e si riflette con profondità e sentimento.
Entrando nella bellissima villa di Lilliano, si viene accolti in uno stanzone, tra lumini e teschi, dolcetti ed elisir di lunga vita “scaramantici”, deliziosi sassi dipinti come piccoli teschi e un buffo teatrino in legno.
Totentanz è la “macabra danza” con cui la morte (uno stupendo Lorenzo Baglioni, dolcissimo scheletrino sempre presente in scena) con movenze serpentesche, suonando e cantando, prendendosi gioco delle persone fino ad invitarle all’ultima danza, si porta via cinque personaggi, magistralmente interpretati da Alessandro Riccio – re Luigi, il Vescovo, la “casta” Donzella, il Bandito logorroico, il dolcissimo Clochard – dando ad ognuno un carattere particolarmente spassoso ma che punta anche il dito sull’illusione di certe sicurezze.

Ognuno di loro cerca tutte le scuse possibili per rimandare la morte, prima baldanzosi poi impauriti mentre sono costretti all’ultima danza, tranne il Clochard che – non avendo nulla da perdere – riesce a mettere in imbarazzo perfino la morte.
Chi conosce Alessandro Riccio può ben immaginare cosa riesce a fare (anche i costumi sono particolarmente significativi – dire bravissime è poco Dagmar Pedersen e Daniela Ortolani – e molto belle nella loro semplicità le scene di Alessandro Meozzi) insieme a Lorenzo Baglioni in un duetto esilarante.
Le bellissime musiche – dello stesso Baglioni insieme al fratello Michele mentre testo e regia sono dello stesso Riccio – toccano momenti di poesia come l’attimo di malinconia della morte quando si accorge che tutto – dagli uomini, ai fiori, alle farfalle – muore non appena arriva nelle sue mani.
“Memento mori” fa da refrain alle uscite di scena dei personaggi sia ricchi e potenti che “poveracci”, un rimettere tutti allo stesso livello…..tutti uguali come canta la morte!
Applausi a scena aperta e convintissimi e fragorosi alla fine dello spettacolo a premiare un lavoro ottimamente riuscito!