Barbone di Adele Libero

barbone

Ma quale pelle porti, sulla faccia?
Bianca, rugosa, quasi trasparente,
carta velina e ti chiamano “barbone”,
te che sei solo, anche più di un cane.

Le guance tue vorrebbero carezze,
acute tenerezze e sostanziose,
come quelle della tua giovinezza,
passata, tu lo sai, a far sciocchezze.

In quelle notti a camminar con lei,
a cinger la sua anima e la mente,
a parlare coi petali del cuore,
a dirle tanto, senza dirle niente.

Ed ora, siedi al vento ed alle stelle,
ai gatti che nel parco lenti vanno,
t’abbandoni al respiro delle foglie,
che liete all’immenso fine andranno.