“Zio Vanja” al teatro La Fonte di Bagno a Ripoli, recensione di Daniela Domenici

zio vanja

Ieri sera seconda replica, al teatro La Fonte di Bagno a Ripoli, del secondo spettacolo in cartellone “Zio Vanja – scene della vita rurale”, uno dei testi più celebri non solo di Anton Cechov ma della drammaturgia mondiale in generale, che la regista russa Olga Melnik ha ricreato e diretto, aiuto regista Francesco Scatarzi e disegno luci di Samuele Batistoni.

La trama dell’opera è ben nota quindi riporto qui le parole della regista nel foglio di sala: “Ci sarà una casa nella nostra storia, un luogo che si è conquistato a fatica, al prezzo di sacrifici.  E c’è un Professore che torna ad abitarla con la sua seconda, bella, giovane moglie. Nella casa abitano Vanja e la sua nipote Sonja insieme alla balia che li ha cresciuti, Marina, e talvolta è loro ospite il dottor Astrov, un medico originale che pianta i boschi per chi verrà dopo di noi, per “coloro a cui noi oggi apriamo la strada”. I personaggi di questa storia – che vivranno nella nostra attualità – tentano di scoprire cosa li lega uno all’altro, e che posizione è sensato prendere nei confronti del tempo, di questa possibilità che ci scorre dalle mani – la nostra vita.  Nel farlo fino in fondo affrontano tutto: la politica, i sentimenti, il sacro… Alla fine ciascuno di loro avrà una risposta.  Il nostro Zio Vanja sarà una preghiera che tenta di abbracciare il nostro passato e ci spinge a parlare con gli uomini che verranno dopo di noi, e che non conosceremo, esattamente come ha fatto Anton Čechov rivolgendosi a noi più di cento anni fa scrivendo questa storia. Lo facciamo da qui, dal XXI secolo, oggi, sul nostro palcoscenico.”

Bravi tutti gli interpreti a cominciare da Samuele Batistoni, Ivan Petroviè, lo zio Vanja del titolo, Gianni Monini il professor Serebrjakov, Sara Savina sua moglie Elena, Ilaria Mulinacci sua figlia Sof’ja, Francesca Catarzi, madre della prima moglie del professore e, quindi, di Ivan, Davide Papi, il medico Astrov, Vasco Bonechi, il proprietario terriero in miseria Telegin  e Tiziana Fusco la vecchia balia Marina.

Come sempre originalissima la scenografia e la coreografia.

Oggi pomeriggio terza replica e poi Olga Melnik e il suo cast ci attendono tra un mese per il terzo spettacolo del cartellone “Strega, tempesta di neve” sempre di Anton Cechov.