“Foibe” di Adele Libero

foibe

Nel  Giorno del ricordo,  solennità civile che  commemora le vittime dei massacri delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata avvenuti nel periodo immediatamente successivo alla seconda guerra mondiale da parte delle truppe di Tito nei confronti delle popolazioni istriane.

Arida terra carsica

muta, indifferente,

che uomini inghiottisti

nel tuo ventre.

Che ora ci ritorna

la verità,

delle sevizie,

delle ingiustizie,

di tutto un popolo,

di tanta gente,

abbandonata,

dimenticata,

se fosse niente.

La verità,
ora risale
a supplicare,

disseppellire

della memoria

tutta la Storia.

La verità,

che s’è svegliata,

che s’è indignata,

adesso è appesa

alla coscienza.

Va precisato che “foiba” non è un vocabolo della lingua italiana, ma un termine dialettale utilizzato nell’area giuliana, che deriva dal latino fovea (fossa, cava).  Il termine “foibe” (al plurale) è oggi comunemente associato agli eccidi commessi dai partigiani jugoslavi comunisti durante e subito dopo la seconda guerra mondiale. L’utilizzo del termine, secondo alcuni autori, è improprio: solo una minima parte delle vittime, infatti, fu occultata nelle foibe, mentre la maggior parte perse la vita in tutt’altro modo (nelle prigioni o nei campi iugoslavi, o nelle marce di trasferimento).Ulteriore confusione ingenera il fatto che molte delle cosiddette “foibe” erano in realtà cave o miniere: la famosa “foiba di Basovizza“, ad esempio, era in realtà il pozzo abbandonato di una miniera di carbone. (Wikipedia)