“Pane e cotognata” di Adele Libero

 panee cotognata

 

Erano i primi anni del dopoguerra, una decina, circa. Una bambina di 4 anni andava all’asilo comunale, insieme a tanti altri piccoletti ed era felice di stare con loro, di giocare, di disegnare, di parlare, di raccontare le sue piccole/grandi esperienze.

Tutto andava per il meglio, dunque. Ma al momento della merenda ecco che i bambini non erano più tutti uguali tra uguali. Alcuni ricevevano pane e cotognata, o un panino con un pezzettino di cioccolata, o un bicchiere di latte o un’altra gustosa vivanda.

Altri bambini, invece, restavano lì, a guardare questa distribuzione anomala, con in bocca un languorino e l’invidia per quei compagni più fortunati. Io ero tra questi !!

A casa, asciugando le mie lacrimucce, mi spiegarono che quei bambini non erano più fortunati, anzi! Erano bambini più poveri, che venivano nutriti anche a scuola per fornire loro un apporto energetico che forse la famiglia non poteva assicurare.

La spiegazione era molto chiara. Tuttavia il sentimento di invidia restò se non quando mia madre mise nel cestino un qualche dolcetto da consumare al momento della merenda.

Sembrano ricordi così lontani, conseguenze certo di un periodo difficilissimo. Irripetibile!

 

Irripetibile? Ma noo!

 

Spesso in Italia gli asili o le scuole elementari hanno analoghi comportamenti. I pasti o  – come stasera riportava un servizio del Tg –  i dolcetti non sono distribuiti equamente a tutti i piccoli. Oggigiorno, però, questo dipende dal pagamento o meno, da parte dei genitori, della quota per il pasto presso la sede scolastica.

Ma il risultato è il medesimo. Ci sono anche oggi bambini che restano con l’acquolina in bocca, con l’insoddisfazione di non ricevere un uguale trattamento.  E che triste spiegazione potranno ricevere al riguardo!

 

E’ un triste ritorno al passato, che non avrei mai immaginato !!