“Una notte ho sognato che parlavi – così ho imparato a fare il padre di un figlio autistico” di Gianluca Nicoletti, recensione di Daniela Domenici
Non conoscevo l’autore di questo libro nonostante legga in terza di copertina che è un celebre giornalista della radio e della carta stampata oltre che autore di numerosi altri libri ma è soprattutto il padre di Tommy…
Sono docente di sostegno da qualche tempo e quest’anno ho esercitato la mia professione-missione in una scuola media in cui c’erano una ventina di allieve/i con disabilità diverse tra cui una bambina, anzi una bambinona come Tommy, autistica con cui mi è capitato talvolta di interagire anche se veniva seguita da due mie bravissimi colleghi.
E ho avuto sempre lei negli occhi e nel cuore mentre leggevo questo splendido “memoir, ironico e commovente, talvolta struggente, spesso allegro, e insieme un libro-verità che racconta con grande coraggio una patologia troppo spesso rappresentata in modo fantasioso e iperbolico, oggi diffusissima. E, cosa che non molti sanno, una vera e propria emergenza sociale , la prima causa di handicap in Italia…dall’autismo non si guarisce…”
Sono talmente tante le frasi e i paragrafi interi che vorrei riportare qui per condividerli con voi che non saprei da che parte iniziare; cito una riflessione dell’autore che mi ha molto colpito: “…Tommy e quelli come lui sono liberi, senza alcun condizionamento a condividere alcunché della loro libertà. A loro non interessa la dimensione sociale della loro libertà, sono profondamente e geneticamente spiriti liberi, forse proprio per questo hanno difficoltà a convivere con noi, condizionatamente liberi o, meglio, artificiali cultori della libertà…”
Ho ripensato a quando mi capitava di fare supplenza nella classe di S. e a come ogni volta mi stupissi di come due sue compagne riuscissero a comunicare con lei; la prima volta avevo chiesto loro se fosse difficile e mi avevano risposto, con un sorriso e un candore disarmante: “no, prof, è facilissimo”. Avevano evidentemente trovato un canale tutto loro fatto di gesti, di carezze, di sorrisi per entrare nel mondo di S. come io, purtroppo, poche volte riuscivo a fare.
Anche per questo ringrazio Gianluca per averci parlato del suo Tommy, farò tesoro di tanti suoi suggerimenti e gli auguro di riuscire a dare vita alla sua Insettopia…

I nostri figli sono “nelle mani” di persone sensibili come te.
Grazie di questo tuo post.
PS:Nicoletti ha fatto un nuovo libro, diciamo il seguito del primo.
s’intitola “Alla fine qualcosa ci inventeremo”
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grazie a te per questo tuo commento 🙂
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Il comunicare un sentimento, cun spirito libero, come i bambini, e la voglia di comunicare veramente con il cuore , ( come da detto antico del mio paese; Parlare con il Cuore in Mano). I Veri. Sentimenti, Comunicano sempre Bene.
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Mi hai commossa !
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grazie 🙂
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