Ancora donna, di Adele Libero

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Le tue carni diventano di pietra

se senti le sue mani affondare

tra le tue spalle, nella stanza tetra,

o sul ventre, costretto a procreare.

Il velo in testa, tristi i grandi occhi,

tanto supplizio ognora li consuma,

neppure un fiore, né ornamenti sciocchi

sciupano l’innocenza di bambina.

Di tua rosa divorano l’essenza

gli uomini che non provano l’amore,

e la sera dipana l’esistenza,

quando la luna spia il tuo dolore.

Bella che sei col tuo bambino in braccio!

In strada devi andar col capo chino,

sei una Madonna, triste col suo laccio,

e quanta rabbia per questo destino!