Picasso…in carcere, di Daniela Domenici

 guernica

Le pareti dei corridoi che portano alle aule e in biblioteca e anche quelle delle aule stesse a Sollicciano sono tutte dipinte con quadri celebri e meno celebri; mi hanno detto che è stato un detenuto che era un bravissimo pittore e che non c’è più.

Questo incipit per raccontare un’iniziativa che ho preso ieri all’improvviso. Sulla parete dell’aula dove mi trovavo con tre dei miei allievi detenuti c’è dipinto “Guernica”, il quadro in assoluto più celebre di Picasso.

Per non rendere la lezione d’inglese noiosa e per abituarli a osservare i dettagli e per farli avvicinare all’arte li ho invitati a guardare attentamente il quadro sottolineandone ogni elemento. I miei tre studenti sono di età, nazionalità e background diversi quindi guardavano Guernica ognuno a modo proprio.

Ho provato ad aiutarli perché non è facile iniziare da zero l’analisi di un’opera d’arte seppur a livello elementare ma è stato assolutamente appagante sia per loro che per me. Non l’avevano mai vista prima, non sapevano chi sia stato Picasso, non erano quindi influenzati da niente, erano una tabula rasa su cui creare.

Oltre all’inglese (i colori presenti nel quadro e altre parole facili come guerra, quadro, Spagna, ecc) e allo stile di Picasso (linee tonde e spezzate, astrattismo, ecc) siamo finiti a parlare anche di storia e della guerra civile spagnola, di Franco, del fascismo e del nazismo.

Non vedo l’ora di ripetere l’esperienza con gli altri che ieri erano assenti e allargare un poco alla volta i loro orizzonti culturali rendendoli un po’ più elastici e flessibili nel ragionamento.