L’abbraccio, di Adele Libero

Perché non siamo alberi di campo,
che a primavera stappano le gemme,
pur se nel tronco gemono ferite
della natura cruda che strapazza.
Se il tempo ci scalfisce e getta frecce
dalla corteccia sanguina il dolore,
ci appare più pietrosa la salita,
e il pensiero traballa qual formica.
Tu sola mi sapevi consolare,
e anche d’inverno mi portavi sole,
ma adesso più non vedi la mia faccia
e non posso incollarmi alle tue braccia.