profughi, di Adele Libero

Soffuso di timori il mio pensare,
accoccolato al bordo della nebbia,
che da stamani è chiusa nel mio nome
come ogni autunno, lieve come sabbia.

Intanto il grido di chi corre perso,
profugo solo ad esplorare il mondo,
esplode col cannone nella gola,
correndo inerme spoglio e senza l’ora.

Ci distruggiamo e ci rubiamo il pane,
piccoli umani a cingere il potere.
Ma sento risuonare le campane,
profuga sola ad esplorare il cielo