accadde…oggi: nel 1897 nasce Maude Bonney, di Niccolò Magnani

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Non in tanti conosceranno Maude ‘Lores’ Bonney eppure vi capiterà, giocoforza, di cliccare oggi su una ricerca Google imbattendovi nel suo nome: la protagonista del Doodle di Google non è una donna “come tante”, ma fu la prima a volare da sola dall’Australia all’Inghilterra nel lontano 1933. 157 ore di volo per un viaggio rivoluzionario che cambiò per sempre la storia dell’aviazione da un lato e aiutò ad ‘accendere’ il tema dell’emancipazione femminile in tempi ancora non “sospetti” ben prima della Seconda Guerra Mondiale. Si celebra oggi per volere di “mamma Google” questa grande donna della storia umana e civile: grazie al desiderio nato durante un volo con il cugino del marito, Maude Rose Bonney – detta “Lores” – si appassionò fino a tal punto al mondo tutto in evoluzione dell’aviazione che dopo tre anni di “rodaggio” si imbarcò da sola su un biplano Gipsy Moth chiamato “My Little Ship”. Fu primo volo da record, visto che Lores impiegò quasi 15 ore per volare a sud di Brisbane, nel Queensland, per incontrare suo padre a cena a Wangaratta, Victoria. Giusto due anni più tardi il record che ancora oggi resta scolpito nel mondo dell’aviazione civile con quel volo senza precedenti, in piena autonomia, dall’Australia all’Inghilterra: nel 1937 poi Maude Bonney riuscì a compire anche il tragitto Australia-Sudafrica, tornando in quello che era il suo paese Natale

CHI ERA MAUDE ‘LORES’ BONNEY

Nata come Maude Rose Rubens, a Pretoria (Sudafrica) in seguito adottò il nome “Lores” quando la famiglia si trasferì in Inghilterra, in un primo momento e poi definitivamente in Australia: dopo aver studiato prima a Melbourne ha incontrato e sposato Harry Barrington Bonney durante un corso di perfezionamento in Germania. Lui produttore di pelletteria nel 1917, si trasferì a Brisbane nel Queensland dove iniziò la vita matrimoniale con l’audace Maude Rose “Lores” Bonney. Durante un volo proposto dal cugino del marito, scatta quel fascino del volo che forse da sempre albergava in cuore: i record e le incredibili gesta di chi seppe imparare e poi guidare velivoli antiquati (rispetto alla tecnologia anche solo del Dopo Guerra) su voli intercontinentali sfidando di fatto ogni volta la morte in quota. Con la sua laurea honoris causa della Griffith University, Maude venne poi confermata come membro dell’Order of the British Empire (MBE) e membro dell’Order of Australia (AM) proprio per le sue epopea da vera e propria “pioniera” del volo per il genere femminile; un distretto elettorale del Queensland porta il suo nome, con i successi di Lores che sono serviti a ispirare i piloti del futuro, tanto donne quanto uomini. Va anche detto che l’incredibilità delle sue epopee è sottolineata da fatto che negli Anni Trenta lei come pilota non poteva avere accesso ad una radio e doveva compiere da se stessa la manutenzione del proprio velivolo per arrivare sana e salva a destinazione.

IL “MIRACOLO” DELLO SCHIANTO DI MAUDE ‘LORES’ BONNEY

«Un momento della vita di Maude che mi ha colpito? Il suo atteggiamento nei confronti delle avversità. Anche quando si è schiantata e quasi annegata, ha rabboccato l’aereo e ha continuato. Che coraggio e impegno!»: a parlare è Matt Cruickshank, intervistato dal team del Doodle di Google dopo aver creato e illustrato il logo odierno dedicato alla grande aviatrice sudafricana. Maude “Lores” Bonney ebbe ben due incidenti in mare aperto, rischiando la vita dopo essere precipitata; un miracolo assieme alla sua grande capacità di sapersi cavare fuori dagli impicci permisero poi le grande gesta con nuovi velivoli tra il 1933 e il 1937. Lo scoppio della seconda guerra mondiale pose fine alla sua carriera di volo proprio mentre stava pianificando il suo prossimo volo attorno e mezzo mondo, attraverso il Giappone, l’Alaska e gli Stati Uniti; «Sono cresciuto leggendo i fumetti d’avventura dei ragazzi sugli esploratori maschi. I risultati di Bonney sono il risultato di un fumetto d’avventura per ragazze e sono altrettanto importanti. Può essere un’ispirazione per tutti», spiega ancora l’illustratore di Google, affascinato dalle gesta e dalla “leggenda” di Maude Bonney.