non corrompiamo la speranza, di Loredana De Vita

Let’s Not Corrupt Hope

Qual è la cosa che temiamo di più?
Le bugie, io direi, poiché dopo di esse non c’è più possibilità di ritrovare fiducia e, senza fiducia, non si costruisce alcuna cosa, perché “costruire” implica affidarsi all’altro, sbagliare anche, ma farlo insieme e sapere che insieme ci si può rialzare.
La fiducia non esiste di per sé, ma si costruisce; non è una camera pronta ed arredata, ma una che si completa tassello dopo tassello grazie alla collaborazione reciproca, la condivisione reciproca del bene e del male, del brutto e del bello che ci rende persone in divenire.
Per questo se viene a mancare la fiducia, costruire diventa impossibile.
Tradire la fiducia è come spezzare il percorso della vita dell’altro, della vita insieme all’altro. La ricostituzione dei frammenti è pressocché impossibile poiché molti di essi sono stati ridotti in polvere.
Ci si prova, certo, in nome del percorso fatto, ma resta per sempre quell’intercapedine che non sarà facile riempire poiché se il vuoto dilaga, neanche l’amore sarà in grado di riempirlo.
L’amore, infatti, non riempie, crea. Crea il nuovo, ma quello che è stato è come un precipizio nel bel mezzo di un morbido deserto. Se la sabbia ricomincia appena a franare, essa trascinerà velocemente nel suo cuore profondo ogni cosa e a nulla servirà attutire il tonfo grazie alla sua morbida essenza.
Non mentiamo mai, allora, meglio una dura verità che una bugia di comodo. Si chiama “rispetto della libertà dell’altro” lasciare che scelga di abbracciare o meno anche la nostra debolezza. Nasconderla, però, significa decidere al posto dell’altro e prepararsi a un destino di bugie per coprire altre bugie e, infine, auto destinarsi alla solitudine mentre nell’altro si è corrotta la fiducia nella speranza.