parole inutili, di Loredana De Vita

Useless Words

E’ dilaniante osservare quanto nella società contemporanea si diventi sempre più servi delle parole vuote, di quelle parole, cioè, che non aggiungono né tolgono pienezza a un evento o a una persona, ma deviano l’attenzione da ciò che è essenziale e che, nella storia di ciascuna persona, dovrebbe essere motivo di riflessione.

Tanto parlare, in realtà, non è utile né necessario, ma solo un diversivo per evitare di riempire di contenuto il proprio pensiero, perdendosi però, nella percezione di aver fatto la propria parte poichè attraverso la parola qualcosa si è affermato. Che cosa si sia affermato, se contraddittorio o meno, poco conta e poca importanza ha, l’importante è che il fiato si è trasformato in parola rendendoci l’illusione di aver segnato un percorso. Le parole diventano solchi, sempre, ma quando non hanno significato sono come i sentieri di un labirinto, perfettamente adornati come la via maestra, ma che non portano da nessuna parte.

Come rispondevo in un commento a un interessante articolo sul tema che prendeva spunto dalla morte di Maradona per sottolineare la mancanza di cura per la parola e per la persona, io credo che tanto clamore polemico e litigioso dinanzi a personaggi che, ci piaccia o meno, hanno segnato la storia, serva a innescare pretese di conoscenza di un tutto che nessuno potrà mai conoscere perché è chiuso in una tomba insieme al corpo fisico di quella fragilità umana così vicina e così presente a tutti, anche se i più sono inclini a negarla.

Questa è una carica emotiva che nel tempo contemporaneo manca, poiché a pochi interessa capire, ai più parlare o straparlare, soprattutto se l’argomento di cui si sproloquia non è di propria competenza. Al di là del “caso” di cui sopra, quello che preoccupa molto è proprio questa impellenza di dire qualsiasi cosa pur di dare aria alla bocca, è molto pericoloso e, soprattutto, poco umano, ma è frutto del crescente individualismo che ci soggioga e che ci conduce all’ignoranza dove nessuno ascolta davvero se non se stesso e, forse, neanche se stesso.