La villa dei cadaveri, di Luisa Ferrari, Fratelli Frilli editori, recensione di Daniela Domenici

Dieci mesi dopo la mia recensione al suo “Cadaveri e tacchi a spillo”
è tornata a “trovarmi” Luisa Ferrari ed è stato di nuovo innamoramento per questa straordinaria scrittrice e anatomopatologa di origine genovese ormai, per lavoro, torinese alla quale tributo gli stessi superlativi complimenti della mia prima recensione a cui ne aggiungo altri.
In primis per la sua lussureggiante, inesauribile fantasia e per la sua abilità nel destreggiarsi tra le tante storie parallele, i/le tantissimi/e protagonisti/e senza mai perdere il filo in una trama che più intrecciata di così è raro trovarla; ma lei ci riesce alla grande, dal commissario Aurelio a Ornella, dall’anatomopatologa Giulietta ad Achille, da Gerardo al Barone, da Edvige a Sara, ognuno/a ha un ruolo ben delineato che contribuirà, dopo innumerevoli avventure tra il macabro il surreale e l’ironico, alla soluzione del caso.
Complimenti ancora per com’è riuscita a far diventare un piccolo paese, Rocca d’Arazzo in provincia di Asti (che ha attualmente 900 abitanti e c’è un castello) il cuore della vicenda con la villa dei cadaveri, i suoi boschi e i suoi sentieri, i/le paesani/e curiosi/e e il mangiare genuino in contrapposizione con Torino: bravissima!
PS: Ho divorato le sue 330 pagine e sono sicura che anche voi ve ne innamorerete…