give freedom a chance, di Loredana De Vita

https://writingistestifying.com/2022/03/29/give-freedom-a-chance/

Mente libera in corpo libero… l’ideale!
Oggi, la mia mente è più libera del mio corpo, per questo percepisco emozioni, umori, stati d’animo personali e altrui che nessun corpo (sano o malato che sia) riesce a comprendere.
Vale per me, ma credo valga per chiunque dalla propria condizione di “malato” si sforzi di lasciar sbocciare gemme di inusitata bellezza in un tempo di improvvida finzione.
“Sentirsi prigionieri”, allora, quando riesci a conquistare la consapevolezza e la logica della tua resistenza, può diventare un triste eufemismo. Triste, perché effettivamente è vietato al tuo corpo sofferente di muoversi oltre i confini di uno spazio circoscritto, eufemismo perché la tua mente è forte abbastanza da trascinare il corpo prigioniero in un altrove che tu solo puoi immaginare.
La scrittura, allora, diventa le tue ali per volare, le azioni quotidiane sono le pause e le soste di cui hai bisogno per rifocillarti e riprendere il tuo volo, i lavori artigianali che produci con le tue mani sono il segno inconfondibile della tua presenza (corpo e anima) e diventano le orme del tuo passaggio, la musica che ti accompagna è la melodia sulla quale ogni volta improvvisi il tuo canto alla vita. Non è facile questo peregrinare né lo è riuscire a lasciar libera la mente di seguire il suo volo per ammaliarti e ammansirti nel tuo dolore affinché tu possa giungere in una dimensione oltre te stesso in cui esistono i semi del sereno.
Sono tanti i momenti di sconforto che ti piegano fin quasi alla resa, ma riuscire ad alzare verso l’alto almeno lo sguardo staccandolo per un attimo dalla contingenza del tuo corpo piegato, è il balsamo che lenisce il dolore e che, come per magia, scioglie le catene dal tuo corpo affranto che nel pensiero si ristora.
Prigioniero non è chi non può muoversi, ma chi rinuncia a dare espressione e significato alla propria inarrestabile danza.
Questa è la rotta, questa la direzione.