chi è Elly Schlein, la prima segretaria del PD

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Elly Schlein, all’anagrafe Elena Ethel Schlein (Sorengo4 maggio 1985), è una politica italiana con cittadinanza statunitense naturalizzata svizzera, dal 2023 segretaria eletta del Partito Democratico.

Aderente a varie formazioni di centro-sinistra e di sinistra, è stata europarlamentare per l’Italia nell’VIII legislatura (2014-2019); candidatasi alle elezioni regionali in Emilia-Romagna del 2020, è stata eletta all’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna e ha svolto il ruolo di vicepresidente nella giunta regionale di Stefano Bonaccini (dal 28 febbraio 2020 al 24 ottobre 2022). Alle elezioni politiche del 25 settembre 2022 si candida alla Camera come indipendente nella lista Partito Democratico – Italia Democratica e Progressista, venendo eletta deputata. Si candida e vince le primarie del Partito Democratico del 2023, divenendo la prima donna e la più giovane segretaria del Partito Democratico.

Elena Ethel Schlein nasce il 4 maggio 1985 a Sorengo, un piccolo villaggio situato a ovest di Lugano, nel Cantone Ticino in Svizzera.[1][2] Suo padre è Melvin Schlein, un politologo e accademico statunitense di origine ebraica aschenazita[3] (gli avi paterni di Elly Schlein erano infatti originari di Zolkiew, un villaggio vicino a Leopoli, allora parte dell’Impero austro-ungarico e oggi situato in Ucraina; al loro arrivo a Ellis Island il nonno mutò il cognome originario, “Schleyen”, in quello attuale e il suo nome da Herschel in Harry).[4] Elly è un soprannome, mentre il suo nome unisce quello delle due nonne: la materna Elena e la paterna Ethel, di origine lituana.[5]

All’epoca della sua nascita, il padre è professore emerito di scienza della politica e storia presso la Franklin University di Lugano[6]. La madre è l’italiana Maria Paola Viviani,[7] professoressa ordinaria di diritto pubblico comparato presso la facoltà di giurisprudenza dell’Università degli Studi dell’Insubria. È nipote dell’avvocato antifascista Agostino Viviani, che fu senatore del Partito Socialista Italiano e presidente della Commissione Giustizia del Senato e, dal 1994 al 1998, membro laico del Consiglio superiore della magistratura (CSM) in quota Forza Italia[8][9], mentre suo fratello è il matematico Benjamin Schlein (1975)[7][10] e sua sorella Susanna Schlein (1978) è primo consigliere diplomatico all’Ambasciata italiana ad Atene ed ex-capo della cancelleria consolare dell’ambasciata italiana a Tirana[11][12][13].

Dopo aver conseguito la maturità al liceo cantonale di Lugano con il massimo dei voti nel 2004[14], si trasferisce a Bologna dove, nel marzo 2011, si laurea con il massimo dei voti in giurisprudenza, discutendo una tesi di diritto costituzionale, avendo come relatore il professore Andrea Morrone.[15]

Nel 2012 collabora, in qualità di segretaria di produzione[16], alla realizzazione del documentario Anija – La nave, riguardante l’immigrazione albanese in Italia attraverso il Mare Adriatico negli anni novanta, vincitore del David di Donatello come miglior documentario 2013[15]. È dichiaratamente bisessuale.[17][18][19]

Nel 2008 partecipa a Chicago come volontaria alla campagna elettorale di Barack Obama per le elezioni presidenziali statunitensi di quell’anno; nel 2012, sempre a Chicago, partecipa anche alla campagna di Obama per la sua rielezione alle presidenziali.[15]

Nel 2011 contribuisce a fondare a Bologna l’associazione studentesca universitaria Progrè, che si occupa di approfondire e sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi legati alle politiche migratorie e alla realtà carceraria, pubblicando una propria rivista e organizzando, dal 2012 e con cadenza annuale, ProMiGrè, un “festival” con incontri e tavole rotonde con la partecipazione di politici ed esperti.[20]

Ad aprile 2013, dopo l’affossamento della candidatura al Quirinale di Romano Prodi nell’elezione presidenziale, a causa di un centinaio di franchi tiratori, decide con altri di dare vita alla campagna di mobilitazione #OccupyPD, poi sfociata nell’occupazione di numerose sedi del partito, per dare voce al malumore di parte della base giovanile circa la scelta dei vertici nazionali di far nascere il governo Letta con una maggioranza basata sulle larghe intese.[21]

Alle elezioni primarie del Partito Democratico del 2013 aderisce e sostiene la mozione di Pippo Civatideputato alla Camera ed ex consigliere regionale della Lombardia, che si piazza in terza posizione dietro a Gianni Cuperlo e al sindaco di Firenze Matteo Renzi. Viene comunque eletta nella direzione nazionale del Partito Democratico come esponente della corrente civatiana del partito.[22]

A febbraio 2014 decide di candidarsi col PD al Parlamento europeo nella circoscrizione Italia nord-orientale, dando vita a una campagna elettorale ribattezzata Slow Foot all’insegna della sostenibilità e lanciando l’hashtag, che presto diventa virale, #siscriveschlein.[23] Alle elezioni europee del 25 maggio risulta eletta europarlamentare con 53 681 preferenze.[24] Nella legislatura è stata vicepresidente della delegazione alla Commissione parlamentare di stabilizzazione e di associazione UEAlbania (D-AL) e membro della commissione per lo sviluppo (DEVE).

A maggio 2015, tramite un post su Facebook, annuncia l’abbandono del PD, in dissenso con la linea politica adottata dal segretario e presidente del Consiglio Matteo Renzi, definendola «di centro-destra», aderendo successivamente a Possibile, partito fondato da Giuseppe Civati.[25]

Dopo la sua prima legislatura al Parlamento europeo, sceglie di non ricandidarsi alle elezioni europee del 2019.[26]

Si candida alle elezioni regionali in Emilia Romagna del 2020 per la lista elettorale Emilia-Romagna Coraggiosa Ecologista e Progressista (formata da Articolo UnoSinistra ItalianaèViva e realtà politico-associative locali),[27][28] venendo eletta con 22 098 voti personali, distribuiti tra i collegi di Bologna (15 975), Reggio Emilia (3 896) e Ferrara (2 227), all’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna. Schlein risulta la candidata di lista con più preferenze personali in tutta la storia delle elezioni regionali in Emilia-Romagna,[29] mentre al contempo la sua lista ha ottenuto solo il 3,77% dei voti validi.[30][31][32][33]

L’11 febbraio 2020 viene nominata vicepresidente della regione Emilia-Romagna e assessore con deleghe regionali al welfare e al Patto per il Clima, dal presidente della regione Emilia-Romagna appena rieletto Stefano Bonaccini.[34][35]

Nel settembre 2020, a poche settimane dal referendum costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari legato alla riforma Fraccaro avviata dal governo Conte I guidato dalla Lega assieme al Movimento 5 Stelle e ultimato dal governo Conte II rappresentato dalla coalizione tra M5S e PD,[36] Schlein annuncia il suo voto contrario,[37] in dissidenza con la posizione del suo presidente di Regione[38] e con gli alleati del PD, schierati in maggioranza per il .[39][40][41][42] Il 5 febbraio 2021 viene confermata nell’ufficio di presidenza di Green Italia.[43]

Alle elezioni politiche anticipate del 2022 viene candidata alla Camera dei deputati come indipendente, in posizione di capolista del collegio plurinominale Emilia Romagna 02 tra le liste del Partito Democratico – Italia Democratica e Progressista, risultando eletta,[44][45] a cui seguono le dimissioni da vicepresidente della Regione il 24 ottobre. Nella XIX legislatura è componente della 1ª Commissione Affari Costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni.[46]

A seguito delle dimissioni di Enrico Letta da segretario nazionale del PD in conseguenza del risultato del partito alle elezioni politiche, l’11 novembre 2022 Schlein annuncia la sua intenzione di candidarsi come nuova segretaria del PD al prossimo congresso nel corso di una diretta Instagram; per questo motivo, sceglie dunque di tornare nel partito dopo sette anni di assenza[47][48].

Il 4 dicembre si candida ufficialmente alla segreteria del partito[49] e il 12 dicembre aderisce formalmente al PD[50].

A inizio febbraio 2023 denuncia attacchi antisemiti nei suoi confronti[51]; Schlein stessa viene tuttavia a sua volta criticata da Ruth Dureghello, presidente della comunità ebraica romana, per la modalità con cui risponde a tali attacchi[52][53].

Secondo i dati provenienti dalle votazioni nei circoli del PD, Schlein avrebbe ottenuto il 34,88% contro il 52,87% del candidato avversario Stefano Bonaccini, il 7,96% di Gianni Cuperlo e il 4,29% di Paola De Micheli, arrivando alle primarie insieme a Stefano Bonaccini.

Vince le elezioni primarie tenutesi il 26 febbraio, venendo eletta come prossima segretaria del Partito Democratico[54]. È la prima donna e la persona più giovane (più giovane di Matteo Renzi, 38 anni al momento dell’elezione) a essere eletta segretaria del PD; inoltre, risulta essere la prima volta nella storia del PD in cui il voto degli iscritti, dove Bonaccini aveva conquistato la maggioranza dei voti, è stato ribaltato nelle primarie aperte[55].

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