parabole ciniche, di Han Ryner, traduzione di Stefano Serri, Ortica editrice 2023, recensione di Daniela Domenici

Ho avuto il piacere di leggere questa raccolta di parabole ciniche di Han Ryner, pseudonimo di Henri Ner, detto anche “il Socrate contemporaneo”, nato nel 1861; fu un celebre filosofo anarchico individualista, pacifista, giornalista e scrittore.

Ortica editrice ci propone, nella perfetta traduzione di Stefano Serri, quest’opera che è composta da cinquantun parabole a cui si aggiunge l’ultima e più lunga, la summa del pensiero di Psicodoro, il filosofo protagonista, allievo di Diogene (il maggior esponente del cinismo), che le narra ai suoi discepoli Exciclo, Euburo e Teomane per affrontare e spiegare a modo suo i tanti temi che nascono dalle loro domande.

Traggo da Wikipedia per conoscere più da vicino questa corrente filosofica “I cinici professavano una vita randagia e autonoma, indifferente ai bisogni e alle passioni, fedeli solo al rigore morale…L’interesse della scuola fu prevalentemente etico, e il concetto di “virtù” assunse un nuovo significato in una vita vissuta secondo natura; l’ideale era l’autosufficienza (l’autosufficienza del saggio, condotta fino all’assoluta indipendenza dal mondo esterno, secondo il termine greco autàrkeia, ossia autarchia, capacità di detenere il totale controllo su se stesso). La tesi fondamentale di questa corrente di pensiero è la ricerca della felicità come unico fine dell’uomo; una felicità che è una virtù, e al di fuori di essa sussiste un disprezzo per ogni cosa che richiama comodità e agi materiali effimeri. I cinici erano famosi per la loro eccentricità e disobbedienza alle regole sociali impostegli”.

E’ stata, per la sottoscritta, una scoperta davvero piacevole ma, soprattutto, molto arricchente e complimenti postumi all’autore che ha trovato, grazie alle parabole, l’escamotage per farci conoscere questa corrente filosofica.

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