chi era Renata Fonte a cui è stato dedicato un premio

La storia di Renata Fonte, che ha pagato con la vita l’amore per il Salento

Tutti conoscono il volto gentile di Renata Fonte e ancor più il suo amore per il Salento, un legame indissolubile che le è costato la vita. L’eroina ambientalista ha pagato con la vita la sua battaglia contro la speculazione edilizia a Porto Selvaggio. Eletta Assessore alla cultura e alla pubblica istruzione nel 1982, fu la prima donna nella storia del comune a ricoprire quell’incarico. E per il suo ruolo è stata assassinata nella notte del 31 marzo 1984, con alcuni colpi di pistola mentre stava tornando a casa. Aveva appena 33 anni.

Se oggi Nardò è un luogo che incanta i turisti, che ‘strega’ con il suo paesaggio, è anche grazie a lei. Tra le chiese, le piazze, i vicoli che raccontano la storia e il passato della città e sussurrano i segreti che si nascondono tra i porticati e le facciate dei palazzi ci dovrebbe essere sempre il suo nome, inciso su ogni pietra.

Renata Fonte era una moglie e una mamma, ma anche una politica determinata a far bene il suo lavoro. Onesta, intelligente, caparbia e con la schiena dritta aveva combattuto, con le armi della parola, una battaglia per difendere il suo territorio, un patrimonio di inestimabile valore se è vero che alla bellezza non si può dare un prezzo. Proprio lì, su Porto Selvaggio, un fazzoletto di terra colorato di verde e di azzurro, qualcuno voleva allungare le mani. Il grigio del cemento avrebbe rovinato quell’angolo di paradiso e Renata Fonte lo sapeva bene. Per questo si era opposta con quello che aveva a disposizione: il coraggio. La forza di dire NO alla speculazione edilizia, ben sapendo che avrebbe urtato, anzi ostacolato gli interessi di uomini senza scrupoli che avrebbero voluto realizzare un residence affacciato sulla costa. Una speculazione edilizia che andava fermata. Purtroppo lo ha fatto con la vita.

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