Hanami, libro II, di Kate Connelly, traduzione di Paola Sacchi, Mon edizioni 2024, recensione di Daniela Domenici

Ho letto e apprezzato, poco meno di due mesi fa, il primo libro di questa serie della scrittrice australiana Kate Connelly, perfettamente tradotto da Paola Sacchi, il cui titolo originale è “The smile of the sun”. Accanto al titolo c’è il numero 2 perché «Món Edizioni ha voluto rispettare la volontà iniziale dell’autrice Kate Connelly di editare l’opera in più volumi in omaggio al concetto di romanzo d’appendice, tanto diffuso a cavallo fra il XIX e il XX secolo, e agli scrittori che hanno reso popolari le pubblicazione a fascicoli, come Robert Louis Stevenson, Charles Dickens o Emilio Salgari».

La straordinaria protagonista è una giovane donna inglese, Emily Watson, che si trasferisce a vivere in Giappone, lasciando l’Inghilterra della Victorian Age, per alcuni motivi che vengono narrati nel libro 1 e avevo concluso con queste parole “non vediamo l’ora di leggere il secondo per sapere come se la caverà Emily, in quella terra tutta da scoprire, a gestire le imprese commerciali del padre e del suocero insieme al cognato Ryan”.

E nel secondo libro entriamo, con delicatezza e in silenzio, lasciando non solo le scarpe all’ingresso, nella magia delle tradizioni millenarie giapponesi quando Emily e Ryan visitano la fabbrica di seta e cominciano a decidere come migliorarla, quando si trovano ad assistere a un funerale scintoista, struggente, ad apprezzare le case fatte di legno e stoffa e infine, ma qui solo Ryan, a interagire con alcune maiko…non vi anticipo altro per lasciarvi avvolgere e affascinare dalle descrizioni dell’autrice che ha vissuto in Giappone per sei anni e che è riuscita a ricreare, in modo minuzioso e magistrale, la vita alla fine del 19esimo secolo e il ruolo della donna nella società inglese e nipponica: standing ovation!

Aspettiamo il terzo libro di questa serie!