“Le avventure di Zanna Blu” di Carmelo Musumeci, recensione di Daniela Domenici
Quando la fiaba incontra la poesia ecco che allora la commozione è assicurata: è
quello che è riuscito a fare Carmelo Musumeci nel suo libro di fiabe “Le
avventure di Zanna Blu” scritte tra il 2007 e il 2008 fa nel carcere di Spoleto
in cui è detenuto con una condanna all’ergastolo.
Attraverso le figure simboliche di Zanna blu che è Carmelo stesso, Lupa bella la sua
compagna nella vita, Coda bianca sua figlia Barbi, Occhi neri suo figlio Mirko,
i due cuccioli di lupo i suoi due nipoti
Lorenzo e Michael e altri lupi che impersonano compagni di detenzione, autorità
e superiori della burocrazia carceraria Carmelo riesce a narrare la storia
della sua vita prima dell’arresto e durante la detenzione da ergastolano sotto
forma di una successione di fiabe dolorose ma dolcissime, appassionanti e
poetiche, amare ma piene d’amore.
“…Erano così innamorati che ovunque passavano il calore del loro amore faceva
sciogliere la neve. Dove passavano Zanna blu e Lupa bella fiorivano gli alberi
e cinguettavano gli uccelli. Dove passavano Zanna blu e Lupa bella il cielo si
tingeva di rosa e le stelle facevano più luce. Per vedere l’amore di Zanna blu
e Lupa bella il sole litigava con la luna per sorgere in anticipo e la luna
litiava con il sole per spuntare prima. Persino i pesci dei fiumi per vedere
l’amore di Zanna blu e Lupa bella venivano a galla…”
Carmelo Musumeci è un uomo che non si rassegna alla sua condanna senza speranza e che cerca di vivere la sua vita ristretta con “anarchia, amore e fantasia” forte dell’affetto della sua famiglia componendo oltre che queste fiabe un diario quasi quotidiano, splendidi dialoghi e bellissimi racconti lunghi raccolti nel libro “ L’assassino dei sogni”, termine con cui Carmelo definisce il carcere.

Non conosco la storia di Carmelo Musumeci ma a volte penso che il termine “giustizia” dovrebe avere mille sfaccettature….. una persona così non dovrebbe essere separata da coloro che ama….dovrebbe poterci essere una forma diversa di punizione che non sia la detenzione a vita, che davvero “uccide la speranza”!
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