“Piano B”, recensione di Fausta Spazzacampagna
“Quando le cose vanno male, bisogna sempre aver pronto un Lato B”…..
Questo il titolo un po’ sibillino dello spettacolo di questa sera al Teatro del Romito, con una sala piena fino all’inverosimile.
La giovane assistente del Signor Dimitri Bonechi Marchini, Emilia Santonorato (interpretata dalla straordinaria Daniela D’Argenio) a causa di un ritardo dell’aereo del Bonechi, si trova a dover presentare un incontro che deve dimostrare quanto sia importante conoscere e mantenere vive le varie culture nel mondo.
Sono stati invitati tre rappresentanti di diverse culture: il pescatore Eschimese Akearne Kinai, la deliziosa dama del Sol Levante Mian Zu Sei e lo stregone Ururu Mudrurana della tribù aborigena Awarakal.
In aiuto della giovane assistente interviene la dottoressa Ornella Mantovani (interpretata dalla bravissima Lea Landucci) che, con la sua conoscenza di 350 lingue diverse, fa da interprete e fornisce colte informazioni su usi e costumi degli ospiti.
Dall’inizio alla fine è un susseguirsi di battute, di incomprensioni che nascono dai vari linguaggi e dalle diverse culture e dal difficile rapporto che c’è tra la timida e sprovveduta Emilia alla sua prima presentazione e la dottoressa Ornella che invece vanta una serie di importanti titoli fino ad un premio Pulitzer.
Solo alla fine, quando oramai la disperazione sta cogliendo le due donne arriva Dimitri…per un finale assolutamente imprevedibile che solo la vulcanica fantasia di Alessandro Riccio poteva immaginare.
La comicità e l’incredibile capacità di Alessandro Riccio di trasformarsi nei vari ospiti è conosciuta ma la D’Argenio con la sua straordinaria mimica fa del personaggio di Emilia un capolavoro e la Landucci riesce a dare alla dottoressa Ornella la serietà accademica dell’inizio passando per l’imbarazzo fino alla disperazione finale…
E come in ogni spettacolo, oltre alla comicità assoluta, c’è una attenta ricerca della cultura, dall’abbigliamento alle varie usanze fin a particolari che possono anche sfuggire (come il “duello” dello spago all’orecchio che risale effettivamente ad una usanza eschimese).
Uno spettacolo che riempie di gioia, un modo veramente completo di fare teatro che lascia sempre pienamente soddisfatti gli spettatori.
Un BRAVO tutto a maiuscole per l’incredibile trio

Grazie Daniela!
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prego, cara, grazie a te 🙂
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