Intervista a Annalisa Marchi, sindaca di Vaiano in provincia di Prato
Dopo le due sindache siciliane di Siculiana e Barcellona Pozzo di Gotto risponde alle mie domande la prima sindaca toscana, Annalisa Marchi, al governo della città di Vaiano in provincia di Prato.
Gentilissima Sindaca Marchi,
mi occupo con il gruppo di toponomastica femminile di cui faccio parte di due argomenti in particolare: controllare gli stradari di ogni città italiana per vedere quante strade e piazze siano intitolate a donne meritevoli e chiedere alle sindache e ai sindaci di aiutarci ad aumentare questa cifra suggerendo loro i nomi di alcune donne della zona.
E in secondo luogo analizzare tutte le province a tappeto per censire le sindache e le loro giunte per vedere quanto siano equilibrate per presenza di donne tra gli assessori.
Mentre esaminavo la Toscana mi ha colpito la sua giunta, tutta al femminile, 4 assessori donne su 4, un vero record, solo il vice sindaco è un uomo. La mia prima domanda trae spunto da questo:
– Quando lei fu eletta nel 2009 e decise di scegliere come suoi collaboratori 4 assessori donne che reazione ha avuto da parte sia dei cittadini che delle forze politiche?
Nessuna reazione devo dire. Il che si può interpretare in due modi: o c’è un’apatia generale e questi elementi di novità passano sotto silenzio in un clima così poco favorevole oggi alla vita politica oppure a Vaiano si ritiene un fatto normale e pienamente accettabile.
Da quando sono Sindaco ho cercato anche di cambiare gli orari e i modi della nostra politica di governo, non più lunghe riunioni di Consiglio che cominciavano in tarda serata e si protraevano fino a notte inoltrata con un lunghissimo ordine del giorno, ma riunioni nel tardo pomeriggio (salvo alcune serali su argomenti di forte interesse per i cittadini) che cominciano con puntualità ed hanno un numero limitato di punti all’odg, per una discussione più tranquilla. Le donne hanno anche impegni familiari e va rispettata la loro concretezza.
– E dopo 3 anni di governo come vanno le cose? La sinergia tra lei e le sue 4 assessore funziona?
La sinergia funziona molto, devo dire che sono bravissime e che sono tutte giovani, un’altra delle caratteristiche della mia Giunta: una quarantenne che è stata anche mia alunna, dato che sono un’insegnante; due appena trentenni e una non ancora trentenne. Tre sono laureate (lingue, scienze politiche e storia) e una diplomata (tecnico industriale in chimica tintoria).
Per la verità fino a un mese fa avevo 6 assessori (cinque donne e un uomo), ma una donna (diplomata geometra) si è dimessa per concomitanti impegni lavorativi e familiari e siamo rimasti in 5.
– E l’unico uomo, il vice sindaco come si trova in questa situazione?
Devo dire che il vicesindaco uomo è molto bravo, portato alle relazioni e non certo misogino. Penso che ormai non ci faccia più neanche caso di essere una mosca bianca in un certo senso, ma forse sarebbe meglio chiedere a lui.
– Come e perché ha deciso nel 2009 di candidarsi alla guida di Vaiano? Quali sono le sue priorità del suo mandato?
E’ stata una sfida nella sfida che è cominciata nel 2004, mi sono ripresentata nel 2009 e sono stata rieletta. Sono un’insegnante di scuola media e stavo benissimo a scuola, con tanti progetti innovativi in questo campo e un’esperienza da formatrice specializzata nella didattica della storia. Conosco molto bene per questo il mio territorio e ritengo la cultura il motore anche dello sviluppo economico di un’area come la nostra in piena transizione, da un’economia a prevalenza tessile in piena crisi a modelli diversi che integrino il tessile di qualità (quanto è rimasto) con un’agricoltura di ritorno piccola, ma interessante e con taglio anche sociale e un turismo intelligente. Per questo ho avviato con successo il restauro e la sistemazione funzionale della villa del Mulinaccio, una grande villa storica di cui il Comune l’anno prima che diventassi sindaco, ha acquistato nella parte monumentale. Ci credo moltissimo in questo progetto, anche se l’opposizione ci attacca ogni giorno per questo e chiede di vendere la villa.
Grazie alle mie assessore donne abbiamo toccato anche i comportamenti e intrapreso grandi battaglie (non sempre facili per capire e farsi capire), per esempio siamo stato il primo Comune della nostra Provincia a introdurre nel 2007 la raccolta differenziata porta a porta. Puntiamo molto all’economia verde, alle energie rinnovabili, alla tutela della biodiversità, per esempio recuperando la frutta antica, ad una mobilità pubblica ferro gomma.
– Mi ha colpito molto il grafico della popolazione di Vaiano dal 1981 al 2001, è stato un continuo aumento demografico, mai una flessione, dai 2.588 abitanti del 1861 ai 9.990 del 2010, secondo lei a cosa è dovuto? Non c’è stata emigrazione? Cosa attrae le persone a venire a vivere a Vaiano? E i rapporti con le minoranze etniche presenti come sono?
Questo aumento c’è perché a Vaiano si vive bene, ci sono buoni servizi, siamo a due passi da Prato, fuori dal caos della città, con rapporti umani buoni, la possibilità di camminare subito nel verde, due aree protette, a ovest e ad est, tanto associazionismo (56 associazioni diverse). L’immigrazione ha tassi limitati, sostenibilissimi, il clima è solidale e positivo
– L’ultima domanda riguarda, come le dicevo, la toponomastica femminile, posso porre alla sua attenzione le quattro semplici domande che stiamo rivolgendo a ogni Amministrazione? eccole:
– quante strade complessive nel Comune?
– quante intitolate a uomini?
– quante a donne?
– a quali donne?
Per rispondere in modo preciso la indirizzo al nostro funzionario Fabio Lanè responsabile dei servizi demografici (f.lane@comune.vaiano.po.it), penso che siano poche le strade intitolate a donne, in compenso le dico che la nostra Giunta ha deciso di intitolarne una di prossima realizzazione (nel 2013 a Vaiano nel corpus di un piano di recupero dove al posto di un’area industriale nasce un complesso residenziale e di negozi di vicinato) tra l’altro a Teresa Meroni, un bellissimo personaggio del Novecento di donna attiva nelle lotte sindacali, battagliera e di grande spessore a cui abbiamo dedicato qualche ricerca.