Turandot al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, recensione di Daniela Domenici, translated in English by herself
La standing ovation tributata alla fine dei tre atti insieme agli applausi calorosi e prolungati e alle urla di “bravi” per tutti i componenti del cast, del coro e dell’orchestra danno la misura della bellezza di questa edizione di “Turandot”, l’ultima opera lirica di Giacomo Puccini e una delle più celebri basata sull’omonima fiaba teatrale di Carlo Gozzi.
Perfetta come sempre la direzione di Zubin Mehta che ha diretto quest’opera innumerevoli volte da più di trent’anni ma che non si stanca mai di trovare nuove idee, originalissima la mise en espace di Marina Bianchi che ha saputo utilizzare tutti gli spazi del teatro per far muovere i cantanti, splendidi per fastosità e colori i costumi di Wang Yin, particolari le video proiezioni di Silvio Brambilla e belle le luci di Luciano Roticiani, direttore dell’allestimento Italo Grassi; utili e precisi i sopratitoli a cura di Prescott Studio di Firenze, maestro del Coro del Maggio Musicale Fiorentino Piero Monti e direttrice dei Ragazzi Cantori di Firenze Marisol Carballo.
Il principe Calaf è interpretato da Jorge de Leòn, la principessa Turandot da Jennifer Wilson, Liù da Ekaterina Scherbachenko, Timur, padre di Calaf, da Giacomo Prestia, l’imperatore Altoum, padre di Turandot, da Enrico Cossutta e i tre ministri Ping, Pang e Pong rispettivamente da Fabio Previati, Carlo Bosi e Iorio Zennaro: a tutti va la mia personale lode, sono riusciti a emozionare, commuovere e far sorridere, e insieme a me tutto il numeroso pubblico presente, con quest’opera immortale che continua a incantare a quasi cento anni dalla sua composizione e che fu lasciata incompiuta da Puccini nel 1924 a causa della sua morte, completata, poi, da Franco Alfano e rappresentata per la prima volta il 25 aprile 1926 sotto la direzione di Arturo Toscanini.
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The standing ovation rendered to the end of the three acts together with the warm and prolonged applause and the screams of “bravi” for all members of the cast, choir and orchestra give a measure of the beauty of this edition of “Turandot”, Giacomo Puccini’s last opera and one of his most famous based on the homonymous tale of Carlo Gozzi.
Perfect, as always, the direction of Zubin Mehta who has directed this opera countless times over thirty years but is never tired of finding new ideas, original mise en espace of Marina Bianchi who has been able to use all the spaces of the theater to make the singers move, beautiful magnificence and colors for the costumes of Wang Yin, special video projections of Silvio Brambilla and beautiful lights of Luciano Roticiani, director of the “allestimento” Italo Grassi, useful and accurate the surtitles by Prescott Studio Florence, Chorus Master of the Maggio Musicale Fiorentino Piero Monti and director of the Boys Choir of Florence Marisol Carballo.
Prince Calaf is played by Jorge de Leon, Princess Turandot by Jennifer Wilson, Ekaterina Scherbachenko by Liu, Timur, Calaf’s father, Giacomo Prestia, Emperor Altoum, father of Turandot, by Henry Cossutta and three ministers Ping, Pang and Pong respectively Fabio Previati, Carlo Bosi and Iorio Zennaro: everyone deserves my personal praise, they managed to excite, move and make the large audience present smile together with me with this immortal opera which continues to enchant nearly one hundred years after its composition and which was left unfinished by Puccini in 1924 because of his death, completed, then, by Franco Alfano and performed for the first time April 25, 1926 under the baton of Arturo Toscanini.
è vero un gran capolavoro…..e tu Daniela hai fatto una bella recensione x essere la tua prima
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grazie Pat cara 🙂
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« Chi quel gong percuoterà
apparire la vedrà
bianca al pari della giada
fredda come quella spada
è la bella Turandot! »
Così canta il coro all’inizio di questa opera meravigliosa che ti porta nel mondo colorato dell’antica Cina degli imperatori, dove la “faccia pallida” della luna la fa da padrona creando un’ambiente tra la fiaba e il sogno per raccontare questi grandi amori…..Timur, Liù, Calaf e alla fine la stessa gelida principessa Turandot…amori diversi ma che si esprimono tutti con forza, coinvolgendo lo spettatore….
Come volentieri sarei stata con te, Daniela, a gustarmi questo gioiello!!!
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lo so, Fausta cara, grazie per questo tuo commento da melomane doc 🙂
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Quando si dice Turandot si dice Vincerò, Liù, i cori. Il cuore si apre alla commozione anche senza sentire ancora le voci e vedere, con Daniela, questa edizione che deve essere bellissima. Dobbiamo ringraziare il Maestro Puccini per questo capolavoro e chi ancora lo mette in scena con tanta passione!
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