Neve di carta al Teatro Le Laudi, recensione di Fausta Spazzacampagna
E’ veramente difficile parlare di uno spettacolo come quello a cui ho assistito ieri pomeriggio al Teatro Le Laudi per commemorare l’Olocausto nel giorno dedicato alla Memoria
“Neve di carta” è il titolo di questo evento che tratta con delicatezza ma anche con profonda sensibilità e con grande verità questo periodo così nero della storia.
Letizia Fuochi, cantautrice fiorentina, attraverso ricordi, musiche, canzoni, poesie, insieme a tre talentuosi musicisti e sei bravissimi attori trascina la platea in un viaggio che coinvolge mente e cuore.
Inizia in modo più leggero, con il racconto della ragione per cui si sente coinvolta come persona nel mondo ebraico fin dalle scuole medie che ha frequentato in una classe composta per lo più da bambini ebrei – scelta fatta dai genitori perché potesse sin dai primi anni allargare la mente in un confronto con stili di vita, pensiero, religione, donandole una profonda libertà di pensiero.
Seguono i sei attori che presentano ognuno un piccolo, delizioso brano con la caratteristica autoironia ebraica che riesce a coinvolgere anche Dio nel loro sorriso.
Poi il racconto diventa struggente quando arriva all’Olocausto, ad una rievocazione così vera e dura da lasciare il pubblico senza fiato: non mi era mai capitato di sentire tanto silenzio in un teatro, un silenzio carico di emozione, di commozione, di dolore.
L’attrice canta anche quattro canzoni, tre in lingua yiddish ed una in italiano, la commovente “Neve di carta” che dà il titolo allo spettacolo. La musica si fa dolente e gli attori sul fondo della scena riescono con pochi movimenti e alcuni interventi, di cui uno veramente straziante, a narrare tutta la sofferenza del popolo schiavo.
Arriva sul palco anche un famoso attore, Giovanni Guidelli, conosciuto anche attraverso la tv, con un monologo duro e carico di pathos sulla responsabilità sia personale che collettiva di tutto quello che è successo.
“Le parola diventa ricordo solo se passa attraverso le emozioni” recita Letizia e come ultima emozione regala una dolcissima ninnananna di una bambina scampata all’olocausto che ritrova il suo coniglietto rosa.
Come se si dovesse riprendere a respirare, un momento di silenzio precede lo scoppio dell’applauso lungo, vibrante. Ma ecco che – per stemperare l’aria carica di emozione – tornano gli attori sul palco a narrare un’ultima, deliziosa “favoletta ebraica” e a riportare il sorriso. Veramente straordinaria Letizia Fuochi, che dello spettacolo è autrice, regista, storica e cantante, che, insieme agli attori e ai musicisti ha regalato al pubblico un’ora e mezza di alto livello umano e teatrale.
Questo il cast, oltre a Letizia Fuochi e al bravissimo Giovanni Guidelli: Enrico Chiarini clarinetto, Francesco Cusumano chitarra e percussioni, Tommaso Papini chitarra. Gli attori: Henry Bartolini, Marcello Fabiani, Maurizio Gori, Emanueke Magini, Talitha Medici, Pier Luca Rotolo. I costumi, essenziali ed efficaci, di Susanna Guerrini.
Brava Fausta, sai sempre “passare” le emozioni!
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Grazie Adele!
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