“Cose che nessuno sa” di Alessandro D’Avenia, recensione di Daniela Domenici

cose che nessuno sa

Sono a conoscenza che la sindrome di Stendhal si possa provare davanti a un’opera d’arte ma a me è capitato di viverla leggendo un libro, una biblio-sindrome, neologismo appena creato, per “Cose che nessuno sa”, seconda opera di Alessandro D’Avenia.

Non conoscevo lo scrittore prima di questo momento, nonostante abbia poi visto quanto sia diventato celebre dopo la pubblicazione della sua opera prima; come al solito il libro mi ha “chiamato” e, sirena ammaliatrice, mi ha piacevolmente “costretto” a immergermi nelle sue parole da cui non avrei voluto più riemergere.

“…questa è l’unica ragione per cui scrivo: perché amo la vita, comprese le sue ombre. Se anche solo un lettore la amasse un po’ di più grazie a queste pagine, sarei soddisfatto. Proprio te ringrazio, lettore, che hai accostato l’orecchio a questa storia come si fa con una conchiglia. E spero che tu abbia provato nel leggerla ciò che ho sentito io nello scriverla: un po’ più di amore per la vita e un po’ più di misericordia per l’uomo”: sono alcune delle parole che l’autore ci regala nella pagina finale dei ringraziamenti e ho voluto riportarle per iniziare la mia recensione perché danno già la misura della bellezza di questo libro la cui protagonista è un’adolescente di quattordici anni, Margherita, nome che significa “perla”, e di tutte le persone che le ruotano attorno, dalla madre al fratellino Andrea, dal professore di lettere all’amica del cuore Marta, dalla nonna Teresa all’amore, Giulio, e a tanti altri ancora che popolano le 332 pagine che volano ma ti restano impresse negli occhi e nel cuore.

Personalmente, e qui parla una delle mie anime, quella sicula, ho amato istantaneamente e profondamente la figura della nonna materna Teresa, siciliana doc, che dispensa “perle” di saggezza alla sua adorata nipote Margherita-Perla. Ma tutti i personaggi sono straordinariamente descritti dall’autore, soprattutto Giulio, tanto da poterli visualizzare in ogni ambiente in cui la vicenda ha luogo.

Altro valore aggiunto, una delle sue cifre distintive per me, è il continuo e perfetto inserimento di citazioni, sia in latino che in inglese che in siciliano, così come quello delle lettere, che arricchiscono ulteriormente la narrazione: stupendo.

Avrei voluto estrapolare molti paragrafi durante la lettura, mi sono limitata a due solamente ma, credetemi, tanti altri lo meriterebbero.

https://danielaedintorni.com/2013/11/15/il-cuore-del-cuore-da-cose-che-nessuno-sa-di-alessandro-davenia/

https://danielaedintorni.com/2013/11/15/le-citta-sono-come-le-poesie-da-cose-che-nessuno-sa-di-alessandro-davenia/

Mi piace pensare che la figura del professore (non prof, come leggerete nel libro) sia stata un po’ “calibrata” su quella dell’autore: fortunati gli allievi e le allieve che possono godere dell’insegnamento di un tale docente che ringrazio per la sindrome che mi ha regalato.