“Terremoto” di Adele Libero
Descrivere le sensazioni che si provano quando si avverte una scossa di terremoto è difficile. Se si è in compagnia si cerca di celare la paura dietro una tranquillità finta, anche se internamente le gambe tremano e si sta male.
Si osservano, intorno, gli oggetti: i lampadari, le porte, gli scaffali delle librerie. Cadranno? Oscilleranno? Intanto mentalmente si tenta di contare la durata dell’evento, contando …uno, due, tre secondi, ma quando finisce?
Intorno gli altri hanno comportamenti simili, qualcuno ride nervosamente, qualcuno si affaccia alla finestra per controllare se in strada si sono riversate persone.
Ah, io apro subito la porta, così che se decido di scappare…
E, infine, ogni volta sembra di dover lasciare le cose a metà, di non aver fatto qualcosa, di non aver detto, di essersi magari contrastati con qualcuno col quale poi si intendeva far pace. Ma se dopo questo tempo non c’è? Si riflette che è meglio sempre non lasciare conti in sospeso, soprattutto per quanto riguarda gli affetti. Così si è sempre pronti a qualsiasi evenienza.
Ieri pomeriggio è stato così.

hai descritto le “sensazioni” così da farmi venire i brividi!!!!! un abbraccio con affetto Adele!!!!!
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insomma….!!
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Accipicchia…così forte?
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