“Cielo” di Adele Libero

 

 cielo

Ma come non potrei chiamarti cielo?

Tu che vivi vicino all’Assoluto.

Io, invece, qui son fragile nel nulla

e invidio la più piccola formica.

Lei sa il senso di sua breve vita,

la guida la ragione sulla terra,

non prova invidie né cerca la fama,

ma il corpo spinge nel suo lento andare.

E noi che abbiamo pur l’intelligenza,

nuotiamo come rane in uno stagno,

saltando nelle Ore come matti,

spingendo chi non ci ama giù nel fondo.

E’ questo il senso che dirige il mondo?