“Cielo” di Adele Libero
Ma come non potrei chiamarti cielo?
Tu che vivi vicino all’Assoluto.
Io, invece, qui son fragile nel nulla
e invidio la più piccola formica.
…
Lei sa il senso di sua breve vita,
la guida la ragione sulla terra,
non prova invidie né cerca la fama,
ma il corpo spinge nel suo lento andare.
…
E noi che abbiamo pur l’intelligenza,
nuotiamo come rane in uno stagno,
saltando nelle Ore come matti,
spingendo chi non ci ama giù nel fondo.
…
E’ questo il senso che dirige il mondo?
