“Vita” di Adele Libero
Ma ti ricordi quelle notti,
irrigidite sopra una panchetta,
gambe gelate, una trincea,
mente sconfitta?
…
E poi il raggio,
il sole che tornava,
un uccellino che bussava,
cercando carità di mollichine.
…
All’alba quel dottore,
il più giovane, quello più arrabbiato,
faceva pulizia nelle corsie,
la nostra angoscia trascinava fuori.
…
Io non fumavo,
ma avrei voluto mille sigarette,
nell’ansia di sapere tue notizie,
nell’alba chiara.
…
Pregavo, si pregavo,
pure se con i dubbi e le incertezze,
trovare Dio al tuo letto
pareva quasi un terno al lotto.
…
E nell’uscire insieme, quel, mattino,
gustammo, infine, pane profumato,
stelle negli occhi,
vita nelle mani.