A parità di merito assumiamo donne – rivoluzione rosa alla Normale di Pisa, di Maria Vittoria Giannotti

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Troppi uomini in cattedra. E, di conseguenza, troppe poche donne. A sottolineare lo squilibrio di genere all’interno della Scuola Normale di Pisa era stato, lo scorso novembre, il direttore Vincenzo Barone. E ora, a un mese di distanza, ha deciso di porre rimedio a quella che aveva definito come «una situazione imbarazzante». Giovedì scorso il consiglio direttivo della Scuola di eccellenza pisana ha approvato la modifica del regolamento che riguarda i criteri di reclutamento dei docenti, sia degli ordinari che degli associati.

 

A cambiare, in particolare, è stato l’articolo 9, quello che regola la cosiddetta chiamata dei professori. «Davanti a una rosa di candidati a pari merito – spiega Barone – da qui in avanti il Consiglio Accademico della Scuola potrà dare, a parità di giudizio complessivo, la priorità ai candidati che appartengono al genere in netta minoranza, in questo momento le donne». A lavorare perché questa piccola rivoluzione diventasse possibile, sono stati l’ufficio del personale e l’ufficio legale della Normale. «La modifica è stata possibile utilizzando la possibilità dei Dipartimenti (che nel caso della Scuola si chiamano Classi), consentita dalla legge, di considerare, a parità di merito, le necessità complessive dell’Ateneo. In questo caso, la politica di riequilibrio di genere». I cambiamenti di questo tipo, di solito, incontrano resistenze. Ma non è questo il caso. «Sono stato fortunato – spiega il direttore – da parte di colleghi ho trovato condivisione». Una sensazione, quella del direttore, confermata dai fatti: la modifica del regolamento è stata infatti approvata all’unanimità.

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