le parole utili e quelle inutili, di Loredana De Vita
The Useful Words and Those Useless
Non bisognerebbe mai parlare al posto degli altri per sostituirli, ma in loro favore per comprenderli.
Le generalizzazioni vuote servono a colpire chi è già debole e non riesce a difendersi perché sommerso e inascoltato.
La totale e deliberata propagazione di messaggi che sfruttano l’incoscienza o l’ignoranza di chi ascolta è un delitto morale senza misura, come anche lo è dare ascolto alle voci solo perché urlano e strepitano senza rendersi conto che più lo fanno più si gonfiano di arroganza e più cediamo all’arroganza più puniamo chi davvero soffre senza neanche porci il problema di conoscerlo meglio.
È facile così scaricarsi della responsabilità della conoscenza, ma è turpe consentire che tale violenza entri nelle nostre vite.
Quando ho conosciuto Loveth o “Maria” (due delle protagoniste dei miei romanzi, sono persone reali e non inventate) e tante altre e altri che il dolore sanno che cosa sia, non mi hanno parlato male degli altri, ma hanno raccontato la loro storia vera, nuda e cruda.
L’hanno raccontata in un sospiro, trattenendo il fiato, ma senza versare una sola lacrima da quegli occhi prosciugati che non dimenticherò mai. Era così pieno di dolore tutto di loro -il volto, il corpo, lo sguardo, la parola, la voce, mil respiro stesso- eppure, non per un solo istante hanno deviato dai fatti, non per un solo istante la rabbia, che pure provavano, si è mai scagliata contro di me o qualcuno.
Chi è il vero incivile? Colui che sbraita nell’ignoranza reale o voluta per accrescere il nostro disagio o chi è spesso costretto a subire le oppressioni di coloro che poi si fanno belli delle loro urla?
Spero che tutti noi si torni a saper discernere.