Daniela l’enigmista, recensione di Oumar Sallieri (pseudonimo di un enigmista zeneise)

Gli appassionati di cruciverba si dividono schematicamente in due grandi categorie: i solutori e i tentanti (d’ora in poi tentatori, ‘chè tentanti non si può sentire ndr)

I tentatori sono filosofi dilettanti, nel senso che trasformano il loro diletto in filosofia. S’accontentano di partecipare, coinvolgono tutta la spiaggia nel gioco, sbagliano la scrittura e non correggono gli errori.

A volte mettono la copia della settimana enigmistica nella sporta insieme alla focaccia con la cipolla, al pesce fresco, al gelato e una volta a casa ogni loro sforzo è andato perduto.

I solutori sono invece pignoli professionisti.

Non si accontentano di risolvere le definizioni ma contano autisticamente tutte le caselle nere annerite.

Dopo aver passato al setaccio le loro risposte, attaccano frontalmente le domande, si segnano in agenda il nome dell’autore del cruciverba e passano al microscopio ogni plurale, ogni targa di nuove province, ogni sigla medica o sindacale.

Al decimo riconteggio, se i conti non tornano, scrivono alla settimana enigmistica per segnalare il refuso.

E’ un mondo diviso in caste.

I solutori raramente partecipano al gioco di massa proposto dai tentatori. E non lo fanno per snobismo ma perchè non si fidano dei tentatori.

Temono che il loro magnanimo sforzo intellettuale venga vanificato dal tentatore superficiale che scrive maschile invece di femminile o plurale invece di singolare.

Le vecchie settimane enigmistiche raccontano tanto delle due categorie: le cancellature, le correzioni, i tentativi trascritti a margine spesso ci dicono a chi apparteneva quella copia.

Quando una vecchia copia viene scovata inaspettatamente nei bagni di amici e parenti, le due categorie riconfermano la loro natura.

Il tentatore dilettante ricade negli stessi vecchi errori, non si ricorda di nuovo il nome dell’attore di quel film e sbaglia ancora la grafia di quel motto latino.

Il solutore professionista invece prova il vero brivido nel ririsolvere vecchi rebus e cruciverba e rasenta il virtuosismo ricordandosi le soluzioni senza rileggere le definizioni.

Raramente, per non dire mai, il singolo cruciverba appassiona ugualmente le due categorie.

Di solito, i tentatori si cimentano con quelli più abbordabili e anche il quel caso li risolvono in maniera creativa, li iniziano tutti e non ne concludono nessuno.

La stessa copia in mano al solutore presenta al contrario molti schemi vuoti, primo fra tutti lo schema in copertina con incluso il testimonial invecchiato e senza trucco.

Contrariamente al velleitario titolo saltuariamente proposto, non esiste un grande schema per tutti.

I sedici schemi in bianco di Daniela l’Enigmista sovvertono invece gli equilibri e riescono nell’ardua impresa di accomunare solutori e tentatori.

Per un semplice e geniale motivo: non ti fornisce la soluzione allegata, quindi non pretende di essere obbligatoriamente risolto.

Ti stimola, ti invita, ti sfida ma non ti giudica. Se vuoi la soluzione, scrivimi che ne parliamo.

E se non sei d’accordo con le mie proposte, scrivi le tue……ma devi fare la fatica di incastrartele da solo.

Daniela Domenici affronta poi contestualmente la meritoria missione di accrescere la voglia di conoscenza scegliendo di stare nella metà campo femminile.

Nell’altra ci siamo noi, maschietti evoluti che parlano spesso di donne, che conoscono molte donne, che molto in fondo al loro io accarezzano spesso la loro parte femminile.

Quasi sempre, senza sapere chi sono, da dove vengono e, soprattutto, che cosa LE donne hanno regalato al mondo.

E’ il Libretto Viola di Daniela. La risposta femminile al Libretto Rosso di Mao.

Cultura. Storia. Fantasia. Fatica. Scusate se è poco