Il mondo è fatto dagli uomini…per gli uomini che ci stanno, di Oumar Sallieri

Come canta Gaber, la nostra generazione ha perso.
Noi maschietti nati e cresciuti nell’Italia del boom economico, che abbiamo combattuto tutto quello che iniziava con la A di autorità, che abbiamo imparato a conoscere un nuovo “tipo” di donna che ci combatteva in quanto maschi e non come persone.
Così siamo tutti finiti nel calderone degli “uomini” che vogliono comandare, che aggrediscono il pianeta per arricchirsi e dominare su tutte le specie viventi compresi loro stessi, che fanno leggi a loro immagine e somiglianza.
Non interessa a nessuno entrare nel merito. E cioè, capire.
E’ troppo faticoso capire quanti sono davvero i maschi che fanno e disfano. Meglio colpire nel mucchio.
Qualunque redazione tiene il conto delle donne cadute nella guerra tra generi.
Nessuno conosce invece il numero dei maschi che non ce la fanno a tenere il passo nel mondo creato dagli uomini.
Per descrivere i maschi bastano tre o quattro informazioni di base: sono numericamente inferiori, muoiono più delle donne (persino con i nuovi virus!), si suicidano di più e impazziscono di più. Ma vanno meno dall’analista.
Quindi non fanno numero, non rimangono nelle statistiche. Come si fa contare tutti quelli che non ce la fanno ?
Gli uomini e le donne continuano a combattersi come se non fossero persone ma modelli da abbattere e ricostruire. Per sempre, ancora e ancora, fino alla fine dei tempi.
E il Consumo lo ha capito.
Il Consumo ha un estremo bisogno di creare nuove categorie da anteporre alle vecchie, in modo da vendere qualcosa a tutti.
Le donne non hanno diritti? Vendiamo loro qualcosa per stare bene con loro stesse.
Gli uomini sono stressati dal comando? Vendiamo loro qualcosa per stare bene con loro stessi.
E vediamo di instillare in tutti, ma proprio in TUTTI, il virus del superarsi, del diritto/dovere di avere di più. Di essere felici. Scriviamolo nella Costituzione.
Non ci serve un sistema di persone che si accontentano. Ci vuole gente ambiziosa.
Perché la Felicità esiste e, alla fine, andrà tutto bene.
Date queste premesse, un maschio che non vuole comandare, non vuole perpetuare la stirpe, non compete, non vuole possedere le donne e non vuole essere modellato da loro…. a che serve ?
Il Consumo ci prova: forse è un maschio omosessuale……vendiamogli qualcosa per stare bene con se stesso.
Però, cribbio, se l’omosessuale non è uno stilista, una rock star, un grande artista, uno sportivo di successo…a che serve? I sondaggi cosa dicono? Che razza di uomo è uno che non tiene il passo?
Non fa girare il denaro, non mette su famiglia, non deforesta, non dichiara guerra al vicino.
Non compra gratta e vinci. Non è nemmeno su uozzapp.
Quanti saranno questi maschi non allineati? Nessuno li ha mai contati. Forse non esistono.
E comunque, grazie a Dio, prima o poi il Coronavirus porterà via anche loro.
Abbiamo abbattuto i muri dei nostri padri. Ora siamo uomini liberi. Liberi di non esistere.
beh, nessun maschio può pretendere di essere compreso e/o addirittura condiviso da una femmina….d’altronde, diciamolo, i maschi femministi sono francamente irritanti…..o no ? potremmo cavarcela un po’ meglio se i maschi lasciassero più spazio alla “loro” femminilità e le femmine non abusassero della “loro” virilità, sforzandoci tutti di inquadrare l’altro come una persona e non come un genere da abbattere…di più sarebbe contro natura 😊
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🙂
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Si conferma che siamo su due fronti totalmente opposti, non condivido e non mi risulta nemmeno una parola di quello che dice e ringrazio il cielo che moltissimi uomini non la pensino come lei, ci vivo in mezzo e insieme da oltre mezzo secolo, compagni, amici, fratelli, cugini, felicemente e su basi diversissime, i coetanei oggi attempati e ancora di più le generazioni più giovani. Nessuno ha mai considerato l’altro un genere da abbattere, né io, né le donne che ho frequentato e frequento, né dal canto loro i maschi. Trovo molto inquietante questa sua percezione basata su casi limite o eccezioni, ma non mi riguarda e poichè non è certo questa le sede per polemizzare con uno sconosciuto, senza contare che non le farei certo cambiare idea, la saluto e la lascio al suo modus vivendi.
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beh, non ero tanto sconosciuto quando calava gli assi “inaccettabile piagnisteo” o, a scelta, “mi dispiace per lui e la sua vita”, “motivi suoi sconcertanti”….se mi avesse conosciuto chissà cosa si sarebbe permessa…..evidentemente, in oltre mezzo secolo, quei compagni,amici,fratelli, cugini, tutti indubbiamente illuminati, non sono riusciti a farle calare di un millimetro spocchia e snobismo. Registro che è la prima volta in tre post che mi considera degno di una conversazione vis a vis….finora aveva parlato di me in terza persona. La ringrazio di lasciarmi al mio modus vivendi e le auguro una splendida vita.
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solo per rassicurare gli eventuali lettori: lo scrivente è marito, padre e nonno..sconfitto ma moderatamente felice. buon 25 aprile
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🙂
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Mi fa piacere, ma non condivido ugualmente e comprendo ancora meno…..(faccina sorridente)
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Francamente questo tipo di piagnisteo è inaccettabile, in quanto paradossale, parziale e comunque di parte. Io sono della generazione dello scrivente e so bene di cosa parla. I maschi che nel ’68 e negli anni successivi lottavano davvero anche per la parità di genere erano mosche bianche, nei gruppi politici anche di estrema sinistra le donne erano comunque trattate da tali, relegate a compiti marginali, spesso non ascoltate, assegnate di default a sopperire alle esigenze di tipo domestico ovvero cucinare, pulire. Io li ho vissuti quei tempi e troppe volte ho assistito a questi fenomeni, la libertà sessuale apriva inedite porte di rapporti facili e non impegnativi ma quasi tutto finiva lì. Le manifestazioni femministe erano disertate da loro e il termine stesso oggetto di feroci critiche e insulti. Di contro nel tempo gli uomini che davvero avevano capito, che si approcciavano nel modo giusto con le loro compagne o amiche erano accettati con entusiasmo, a parte casi estremi nessuno li ha ghettizzati, disprezzati o respinti. Non è stato un cammino facile ma molti ci sono riusciti dando vita a una generazione in cui le ingiustizie e le discriminazioni si sono sempre più attenuate anche nelle leggi che mettevano fine a situazioni millenarie ripugnanti. I rigurgiti di femminicidi che oggi vediamo sono certamente frutto del mancato adeguamento di alcuni maschi alle nuove realtà, temo mutuato in famiglia o nell’ambiente di crescita, ma va anche detto che vengono alla luce grazie alla trasparenza di oggi, all’eco mediatico che hanno, un tempo i maltrattamenti rimanevano sepolti in famiglia e considerati da molti come una cosa da mettere in conto, portando raramente all’assassinio che non era necessario perchè il predominio maritale era accettato totalmente. Non uccidi una donna che ti obbedisce e non fiata se la picchi, che non ti lascia perchè non ne ha il coraggio né spesso la possibilità economica e pscicologica. E troppo sarebbe lungo il discorso. Questa esternazione dunque è una percezione totalmente personale e soggettiva dello scrivente che per motivi suoi sconcertanti vede la pubblica condanna degli uomini verso la violenza sulle donne come una prova di debolezza o inutilità, mi dispiace per lui e per la sua vita, forse fatta di sfortunati rapporti,ma non pretenda di farne un paradigma generalizzato.
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