chi è Maria Chiara Carrozza, prima presidente del CNR, di Paolo Conti

I record di Maria Chiara Carrozza, prima donna presidente del Cnr e rettrice più giovane nel 2007- Corriere.it

Secondo record personale per Maria Chiara Carrozza. Ieri è stata nominata per il prossimo quadriennio nuovo presidente del Cnr, il Consiglio nazionale delle ricerche, dal ministro dell’Università Maria Cristina Messa: è la prima nomina al femminile nella storia del più importante centro di ricerca d’Italia. Il secondo record lo ha alle spalle da tempo, la rettrice più giovane della conferenza dei rettori quando venne nominata nel 2007 al vertice della Scuola superiore di Sant’Anna.

La trasversalità politica degli elogi e degli auguri testimonia una stima che mette da parte l’appartenenza al Pd. L’intera carriera di Maria Chiara Carrozza (nata a Pisa nel 1965, laureata all’Università di Pisa nel 1990 con una tesi sulle particelle elementari) cancella il luogo comune che vede la ricerca scientifica più innovativa e avanguardistica come un campo esclusivamente femminile. Dopo il dottorato di ricerca in ingegneria (con una tesi in Microfluidica biomedica) andò in Giappone con una borsa di studio e già lì vinse una gara di micro-robot a Nagoya. Era già impegnata sulla materia prediletta, quella che avrebbe segnato tutta la sua vita professionale: progetti di ricerca con impatti concreti, con applicazioni in ambito medico, in grado di migliorare la qualità della vita delle persone. Dunque le protesi di arto destinate alla riabilitazione e all’assistenza dei disabili, la «scienza del tatto», i sistemi per robotica umanoide, le protesi cibernetiche e le interfacce neurali per la connessione della mano artificiale al cervello. La ricerca che si coniuga all’etica. Lei ama, lo ha ripetuto spesso, «incidere realmente nelle cose».

Il carattere è forte, deciso com’è necessario per chi deve coordinare anche 40 scienziati impegnati nello stesso progetto. Lo dimostra anche quando decide di impegnarsi in politica e, nel 2013, col governo Letta, diventa ministra dell’Istruzione, Università e ricerca. Qualche dichiarazione sparsa durante il suo incarico che dimostra l’allergia verso la diplomazia e i giri di parole: «Ragazzi, durante le vacanze di Natale meglio meno compiti, ditelo ai professori, e più libri, più mostre…»; «Chi resta in cattedra e vuole restare in ruolo dopo i 70 anni offende la propria università e offende i giovani»; «Bocciare è utile solo in casi molto rari, quando si entra in una scuola, si entra per uscirne vincitori»; «L’alto tasso di respinti a fine anno è un elemento di disagio del sistema educativo nel suo complesso»; «La scuola non è solo il luogo in cui si celebrano le ricorrenze ma lo spazio in cui si sedimenta un reale cambiamento culturale».

Recentemente, a febbraio, per il suo impegno professionale ed etico è stata nominata da papa Francesco membro della Pontificia Accademia per la vita. Ora la scommessa del Cnr, un nuovo capitolo della storia che sta professionalmente scrivendo: la ricerca che guarda al futuro per risolvere, anche grazie ai robot più avanzati, i problemi più concreti della persona umana. Che spesso sono anche i più terribili. Scienza ed etica, rigore della ricerca intrisa di passione.

 

Questo itinerario la porta a dirigere la Divisione ricerche della Scuola superiore di Sant’Anna dove poi diventa rettrice nel 2007. Proprio nel settore degli arti artificiali, della riabilitazione degli amputati o di chi è stato colpito da ictus, coordina con successo progetti finanziati dalla Commissione europea.