Fiori a perdere, di Elisabetta Violani, Echos edizioni 2023, recensione di Daniela Domenici

Ho “incontrato” per la prima volta Elisabetta Violani, scrittrice genovese, un anno e mezzo fa con il suo splendido “sono Coniglio, partigiano”

https://danielaedintorni.com/2023/01/21/sono-coniglio-partigiano-di-elisabetta-violani-echos-edizioni-2021-recensione-di-daniela-domenici/

ed è tornata a “trovarmi” con questa suo altrettanto affascinante libro che, come si legge in seconda di copertina, è “una storia corale in parte autobiografica” che si svolge negli anni Settanta e Ottanta e racconta l’infanzia e l’adolescenza di un gruppo di ragazzi e ragazze che trascorrono buona parte delle loro giornate in strada, in via Gigliola Sfiorita, una strada “che si inerpica sulla collina con il suo asfalto grigio”.

Bravissima Violani a caratterizzarli/e, perfetta e magica la scelta di non dire i loro nomi ma solo soprannomi che sono aggettivi che nascono da una caratteristica precipua, e quindi c’è La Greca, Sospiro, Occhi Blu, Usignolo, Piccolina, Damerino e molte/i altre/i; l’autrice le/i segue dalle elementari fino all’università, “ognuno/a seguirà un suo percorso esistenziale, inesorabilmente accompagnato da quello della via che al pari degli esseri umani che la popolano giungerà a vedere compiuto il suo destino”: complimenti!!!
Concludo citando una frase dalla prefazione di Valeria Corciolani e una dalla postfazione di Sabrina De Bastiani, “colleghe” scrittrici di Elisabetta Violani, che mi sembrano riescano a riassumere in sintesi la magia di questa storia. Ecco la prima di Corciolani, questo libro è “una scheggia tagliente d’universo, fatta di sguardi, delusioni, sogni dolori, speranze, a raccontarci di una spensieratezza che cede il passo alla Vita”. Ed ecco la seconda De Bastiani, l’autrice “qui, di via Gigliola Sfiorita, ci racconta la vita con il tono della vita e lo fa talmente bene da farci esperire la fiaba, anche nel dolore, ma soprattutto in quella felicità che non può esistere senza aspettative e senza incognite”: standing ovation, Elisabetta!