i fratelli Ashkenazi, di I. J. Singer, recensione di Loredana DE Vita
I. J. Singer: I fratelli Ashkenazi – Writing Is Testifying
I. J. Singer nel suo romanzo “I fratelli Askenazi” (Newton Compton Editori, 2019) ha compiuto un’opera immane, ma con la gentilezza e perfezione di un linguaggio che è in grado di colpire diversi aspetti dell’immaginario del lettore arricchendone la conoscenza: storia, tradizione, morale, famiglia, politica, economia, potere. È la storia di due fratelli gemelli, Simcha e Jacob (rispettivamente cambieranno poi i loro nomi in Max e Yacob come forma di distanziamento dalla tradizione ebraica) che cercheranno di trovare il proprio posto nel mondo. Jacob, avvantaggiato dalla sua bellezza e dalla facilità con cui è capace di tessere rapporti umani, si farà facilmente strada nella sua vita che sembra risolversi sempre in maniera alquanto semplice a suo favore, sebbene gli manchi profondamente il rapporto con il fratello gemello di cui ha avuto molta cura quando erano piccoli ma il cui primo tradimento è stato cercare io matrimonio con Dinah, la ragazza di cui lui era innamorato. Simcha, invece, ha una vita più complessa e sarà proprio lui a lottare più strenuamente e ricorrendo spesso alla sua intelligenza impiegandola, però, per tramare contro tutti pur di trarne il vantaggio maggiore. La storia dei due fratelli troverà una specie di ricomposizione, ma, probabilmente sarà troppo tardi, perché sembra che tutto quanto Simcha e Jacob hanno costruito abbia le sue basi sulla sabbia e sia quindi pronto a crollare. Un tema molto interessante che mette insieme i sentimenti e le esigenze, i diritti e i doveri, le relazioni e il potere. Mi ricorda molto il Gabriel Garcia Marquez di Cento anni di solitudine.
Un’altra chiave di lettura è quella storica. La vicenda del romanzo, infatti, ripercorre la vita in Polonia (in particolare nella cittadina di Lódź) e in Russia a partire dal XIX secolo fino alla Rivoluzione russa. È interessante scoprire come la Storia sia narrata dall’autore attraverso l’influsso che essa ha sulla vita delle persone e delle comunità e non soltanto come successione di eventi cronologici.
Di grande interesse è anche il percorso di lettura caratterizzato dalla tradizione chassidica della comunità ebraica in contraddizione con quella dei “gentili” tedeschi. La comunità ebraica smarrisce via via i valori originari della sua cultura, spesso perché sottoposta a discriminazioni o, anche, per la ricerca di un’assimilazione alla cultura cristiana allo scopo di favorire il progresso dell’economia industriale, in particolare quello relativo alla tessitura (prima a mano e poi a vapore). Grazie alla sapiente scrittura di Singer, è possibile scoprire le caratteristiche essenziali del chassidismo, di una tradizione molto rigida, votata allo studio e alla conoscenza quanto alla capacità di creare economia. Un aspetto un po’ singolare e drammatico è quello che riguarda il ruolo della donna in tali comunità, la donna è davvero oggetto e succube dell’uomo. I sentimenti stessi sembrano dover cedere agli interessi economici e personali, al prestigio e alla ricchezza.
In ogni caso, qualsiasi la chiave di lettura prediletta dal lettore, il romanzo di I. J. Singer nel suo romanzo “I fratelli Askenazi” (Newton Compton Editori, 2019), è davvero un romanzo che merita di essere letto ed è un merito grande quello dell’autore di aver scritto un romanzo così intenso e lungo (circa 600 pagine) senza che mai una volta si possa desiderare di allontanarsene e interrompere la lettura. L’umanità di ciascun personaggio, persino quelli che potremmo definire “negativi”, è evidenziata con correttezza umana oltre che formale ed è un invito a riflettere su chi siamo e su che cosa potremmo diventare.