canaglia, di Pasquale De Caria, Graphofeel edizioni, recensione di Daniela Domenici

Uno dei libri più belli che abbia letto per l’empatia, la leggerezza e l’ironia con cui De Caria racconta la storia non facile di Eliseo, un bambino, napoletano doc come l’autore, che vive negli anni ’70, ha un problema che nessuno riesce a diagnosticare, la dislessia, e che combatte la sua personale e incompresa battaglia contro le lettere ribelli.

Nessuno è in grado di capire il suo disagio ed è per questo che con un escamotage semplicemente perfetto De Caria non dà un nome a nessuno degli adulti della sua storia, (eccetto un sacerdote, l’unico che lo aiuterà, don Armando) ma solo degli aggettivi che li caratterizzano iniziando da tutti i componenti della famiglia di Eliseo per “sottolineare la distanza tra il protagonista e la prima istituzione educativa che manca alla sua funzione” come scrive nella perfetta nota finale Daniela Grando, la curatrice di quest’opera, e quindi il padre è l’Adulto Silenzioso e la madre l’Adulta di Fiducia; anche le sorelle e il fratellino non hanno un nome e anche le maestre e i compagni di classe eccetto Paolo, l’unico che prova a dare un minimo di amicizia a Eliseo.

Traggo ancora dalla nota finale: “…potrebbe essere la storia di qualsiasi ragazzo che non abbia gli strumenti per capire cosa gli accade e vanga lasciato solo col suo disagio. L’incomprensione conduce alla frustrazione, alla solitudine e, in questo caso, alla violenza. Proprio nella violenza Eliseo trova un ambito in cui si sente apprezzato per la prima volta…l’aggressività e la prepotenza riescono a far nascere in lui un’apparente autostima…” ma Eliseo ha una grande umanità e riuscirà, pur nel suo continuo vacillare, nella sua tormentata lotta interiore, a fare un percorso di maturazione che ci coinvolge profondamente: Eliseo è ognuno/a di noi in qualche momento della nostra vita in cui ci siamo trovati/e a combattere contro l’incomprensione degli altri.

E’ un testo che andrebbe fatto leggere prima alle/ai docenti, agli/lle educatori/rici e ai genitori e poi adottato nelle scuole elementari e medie come libro di lettura perché “un cambiamento è sempre possibile: la cultura e la conoscenza sono i mezzi imprescindibili per ottenerlo”: grazie a Daniela Grando per le sue parole ma, soprattutto, un grazie dal profondo del cuore a Pasquale De Caria per averci regalato la storia di Eliseo.