Baruch Spinoza, di Mimma Leone, Graphofeel edizioni, recensione di Daniela Domenici

Sottotitolo “il passo del clandestino – biografia romanzata”: ho letto questo splendido libro in un soffio e ve ne voglio parlare.

In primis complimenti di vero cuore all’autrice, filosofa e giornalista leccese, perchè ci ha regalato una biografia romanzata affascinante, emozionante, commovente e così vera che sembra di essere lì con Baruch anzi, Benedetto, durante la sua vita sempre clandestina e solitaria, sempre in fuga tra Amsterdam e L’Aja passando per Rjingsburg: meritatissima standing ovation!

Complimenti anche per come ha disseminato lungo la narrazione i pensieri e le riflessioni di questo grande filosofo grazie anche all’inserimento di lettere e ai dialoghi con quei pochi amici che gli rimasero vicini e a quei mecenati illuminati che lo accolsero e che gli permisero di continuare a scrivere e a studiare.

Concludo estrapolando uno degli innumerevoli paragrafi che mi hanno fatto conoscere più da vicino quest’uomo così coerente con le sue idee fino all’ultimo respiro e sempre aperto alla conoscenza “quanto è folle e irrazionale l’uomo quando pensa, con convincimento, di poter essere al centro del mondo, in una posizione di privilegio rispetto alle altre creature e di fronte agli occhi di Dio…siamo solo oggetto tra gli oggetti…perché d’altronde dovremmo essere superiori al cane, al fiore, all’albero se non per un pregiudizio, un’illusione, un’ingenuità che ci spinge, senza validi motivi a considerarci migliori?”