Mickey Mouse, di Dario Amadei ed Elena Sbaraglia, Graphofeel Edizioni 2022, recensione di Daniela Domenici

È alquanto originale che un medico e una psicologa, Amadei e Sbaraglia, decidano di occuparsi della vera storia del topo più famoso del mondo, cioè Mickey Mouse, in italiano Topolino, e gli dedichino addirittura un libro in cui raccontano la sua biografia romanzata dalla sua creazione, nel 1928, fino a oggi “le storie e l’evoluzione del personaggio chiamato a confrontarsi con grandi trasformazioni sociali, mode e il progresso tecnologico, l’ingresso nel favoloso universo di Hollywood, i suoi viaggi in tutti i paesi del mondo, lo sviluppo della sua famiglia virtuale e quello di Topolinia”.

L’elemento che colpisce maggiormente è la profonda e dettagliata conoscenza della tematica di Amadei e Sbaraglia unita a una travolgente passione per questo personaggio nato dalla mente geniale ed effervescente del grande Walt Disney che amava a tal punto i topolini da tenerne uno in una vecchia scatola nel suo ufficio. Quando gli viene “rapito” il coniglio Oswald decide di creare, insieme a Iwerk, un nuovo protagonista ispirato al suo amato topolino a cui poi “regalerà” una grande famiglia, da Topolina a Paperino, da Pluto a Pippo e a tutti gli inimitabili e intramontabili animali antropomorfi che hanno dato colore e sorrisi alla nostra infanzia.