Vasi di alabastro, tappeti di Bukara, di Angélica Gorodischer, traduzione di Alessandra Riccio, Iacobelli editore 2022, recensione di Daniela Domenici
Che splendida scoperta Angélica Gorodischer, celebre scrittrice argentina, morta un anno fa, nota per i suoi racconti di un’ampia varietà di generi tra cui fantascienza, fantasy, crimine e storie con una prospettiva femminista che ci viene proposta da Iacobelli editore con questo giallo nella perfetta traduzione di Alessandra Riccio.
Che poi non è un vero giallo ma un romanzo assolutamente originale, con un sapiente e magico uso dello “stream of consciousness”, denso di ironia, dal ritmo quasi sempre veloce e avvincente alternato a momenti più lenti quando vengono descritti i luoghi del Messico dove la formidabile protagonista accetta di andare in missione segreta “per indagare su un personaggio di identità sospetta”. Ne scaturiscono una serie di avventure in cui la signora, un tempo attiva nella resistenza contro Hitler, dopo aver lasciato la sua casa in Argentina si caccia in situazioni rischiose ma sempre molto divertenti. A fare da contraltare c’è la sua situazione di madre di quattro figlie femmine, una delle quali, Ines, pronta al parto; il momento clou del rapporto con loro occupa le ultime venti pagine, inattese, emozionanti e commoventi.