accadde…oggi: nel 1855 nasce Marie Corelli, di Sara Mostaccio
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I suoi romanzi vendevano più di quelli di Charles Dickens e finivano persino tra le mani della regina e del primo ministro d’Inghilterra. Già, Marie Corelli è stata la scrittrice preferita della regina Vittoria e anche Gladstone ne andava pazzo tanto che andò a trovarla personalmente. L’adorava pure Oscar Wilde. La critica invece la snobbava o la giudicava ferocemente arrivando a definirla “una donna di deplorevole talento”. Ma a Marie non importava, era sicura di essere un genio.
Con il suo personaggio sopra le righe ha anticipato il culto della celebrità. Quando teneva un incontro pubblico fendeva le folle riunite per osannarla che facevano di tutto per poterle anche solo toccare la gonna. Eppure è finita nel dimenticatoio.
Quando Marie inizia a scrivere va già affermandosi l’idea della new woman sostenuta dai movimenti delle suffragette. In breve tempo si sarebbe fatta notare una certa Virginia Woolf e i romanzi zeppi di sentimentalismo, drammi e occulto di Marie Corelli sarebbero risultati presto fuori moda. Ma per 30 anni il suo successo è alle stelle.
Non senza contraddizioni. Marie si oppone fermamente al voto alle donne (scrive anche un pamphlet contro le suffragette) e i suoi personaggi femminili incarnano tutti gli ideali vittoriani, a cominciare dalla modestia, eppure sanno dimostrarsi intelligenti e indipendenti al di là dell’ambito domestico. Marie stessa, con la sua condotta stravagante, non è certo la perfetta moglie vittoriana. Tanto per cominciare non si sposa, vive invece per 40 anni con la compagna Bertha Vyver. Addirittura contro il matrimonio scrive un articolo, The Modern Marriage Market, in cui accusa la società di trattare le donne come proprietà da vendere.
Non mi sono mai sposata perché non ce n’era bisogno. Ho in casa tre animali che rispondono allo stesso scopo di un marito. Ho un cane che ringhia ogni mattina, un pappagallo che giura tutto il pomeriggio e un gatto che torna a casa tardi la notte.
Al volgere del secolo è la scrittrice di maggior fama. E non solo in Inghilterra: si legge nel Regno Unito e in tutte le sue colonie, oltreoceano fa furore e viene tradotta anche in Italia. Sin dall’uscita del primo romanzo L’idillio dei due mondi nel 1886 è chiaro che diventerà una star. Batte ogni record. Vende 100.000 copie l’anno e riceve anticipi favolosi: l’acconto ricevuto dall’editore per il libro Wormwood, il quinto della sua carriera, ammonta a 800 sterline. Che equivalgono a 65.000 sterline odierne.
A contribuire all’aura da celebrità anche un passato misterioso e un’immagine da eccentrica che Marie si impegna molto a creare. Nessuna deroga è ammessa, aggredisce e trascina in tribunale i fotografi che osano rubare una sua foto. Tutte le immagini che ci restano di lei la ritraggono in fluttuanti abiti in perfetto stile vittoriano con fiori selvatici tra i capelli o tra le mani. Proprio come le sue eroine. Ma Marie non è affatto la fragile e ingenua fanciulla vittoriana. Al contrario, è una concreta donna d’affari consapevole del suo talento e dei suoi obiettivi. La sua vita è uno spettacolo che va in scena tutti i giorni.
L’attore migliore è colui che interpreta alla perfezione la commedia della vita, come io aspiro a fare.
Di sicuro non è una donna che sta al suo posto, cioè nel posto che la società del tempo si aspettava che occupassero le donne. Suscita scandalo e riprovazione ma nessuno si perde mai un suo libro. Dalla nobiltà agli sguatteri di cucina, tutti amano le storie piene di intrighi, crimini e morte e intrise di spiritualismo, moralità cristiana e fascinazione per le scoperte tecnologiche dell’epoca. Marie intercetta i gusti del pubblico e gli dà quel che vuole. Con buona pace della critica che le sputa addosso, non senza un bel carico di misoginia, le accuse più spietate. Mark Twain che va a trovarla nel 1907 afferma che il tempo trascorso con lei è stato “il più odioso dei miei 72 anni”.
Quando nasce nel Surrey il primo Maggio 1855 Marie Corelli si chiama ancora Mary Mackay ed è la figlia illegittima del famoso poeta scozzese e autore di canzoni Charles Mackay e della sua governante, Elizabeth Mills. La sposa in seconde nozze quando la bambina ha 10 anni, ma solo alla morte del padre Marie viene a sapere chi è sua madre. Cresce sola, con l’unica compagnia dei libri: legge Shakespeare e Keats, Poe e Radcliffe.
A 11 anni viene spedita in collegio a Parigi per studiare e ritorna in Inghilterra 4 anni dopo. È decisa a diventare una cantante e si esibisce come pianista. Cambia il suo nome in Marie Corelli, volutamente mescolando un nome francese a un cognome italiano per darsi un tocco esotico agli occhi degli inglesi. Mente sull’età e racconta di essere la figlia di un conte italiano. Tenta di nascondere per tutta la vita di essere la figlia della serva.
A 31 anni della musica ne ha abbastanza e mantenendo lo pseudonimo che si è scelta debutta sul mercato letterario. Il successo è travolgente. Fino alla Prima Guerra Mondiale pubblica altri 25 romanzi, raccolte di racconti, poesie, articoli e pamphlet. Scrive una trilogia fantasy e una biblica, racconti dell’orrore, fantascienza, storie di fantasmi e avventure tra le mummie egizie. E vende più di Kipling e Wells.
Gli ultimi anni li trascorre a Stratford-upon-Avon dove si trasferisce nel 1901 per allontanarsi dalle “meschinità di Londra”. Vive a Mason Croft, una vecchia casa di epoca Tudor che si riteneva appartenuta alla figlia di William Shakespeare. Nel paesino del Bardo si fa notare non meno che a Londra andandosene in giro sul fiume con una gondola completa di gondoliere che ha comprato a Venezia. Dona anche molto denaro alle iniziative che si impegnano per preservare le tracce del grande poeta nato sulle sponde dell’Avon. Oggi la stessa casa di Marie è occupata dallo Shakespeare Institute.
Nel corso della prima guerra mondiale si impegna per raccogliere fondi per gli ospedali ma al tempo stesso viene accusata di accumulare cibo in tempi di razionamento. Un’altra delle sue contraddizioni. Negli ultimi anni, pur senza intaccare la lunga relazione con Bertha, si innamora senza esserne ricambiata del pittore già sposato Arthur Severn a cui scrive quotidianamente lunghe lettere. È l’unico affetto maschile di cui si abbia notizia. Marie ha scelto di amare soprattutto se stessa.
Nel 2007 il regista François Ozon le ha dedicato il film Angel basato sul libro della scrittrice inglese Elizabeth Taylor e ispirato non troppo velatamente proprio alla biografia di Marie Corelli.