Laurie, di Stephen King, recensione di Loredana De Vita

Stephen King: Laurie

“Laurie” (2018) è un racconto breve di Stephen King donato dall’autore come anticipazione del suo successivo romanzo “Outsider” con il quale, in realtà, non ha nessuna relazione.
È un racconto semplice che, nella sua semplicità, indica non solo l’amore potente che può nascere tra un cucciolo e il suo padrone e quanto questa relazione possa addirittura essere terapeutica per il secondo nei momenti di difficoltà, ma è anche un invito ad affrontare la vita per quello che è cercando sempre ragioni per rialzarsi.
“Laurie” è il nome della cucciola di cane che Lloyd riceve in dono da sua sorella Beth dopo sei mesi dalla morte della moglie Marian. Sei mesi in cui Lloyd ha smesso di prendersi cura di sé, ha smesso di credere nella vita, ha smesso di dare un significato alla propria esistenza. La morte di Marian rappresenta per Lloyd la fine della sua stessa vita.
L’arrivo di Laurie non viene subito gradito, Lloyd immediatamente prende le distanze dalla cucciola dicendo alla sorella che l’avrebbe restituita. Eppure, piano piano, la cucciola conquisterà il cuore di Lloyd, le sue esigenze daranno un nuovo ritmo alla vita di Lloyd e nelle lunghe camminate che faranno insieme anche il pensiero di Lloyd comincerà a rivivere.
Non manca un colpo di scena, un evento drammatico e imprevisto che metterà alla prova il desiderio di vita del protagonista.
“Laurie” di Stephen King è un racconto breve e semplice, ma di certo rappresenta un incoraggiamento ad accogliere la vita.