“Medioevo in giallo” di Marcella Nardi, recensione di Daniela Domenici

 medioevo in giallo

Ho “conosciuto” l’autrice di questo libro, di cui mi ha fatto dono, su un social network, è un’italiana che da qualche anno vive e lavora sulla costa ovest degli USA e che ha, tra le tanti passioni, come mi ha detto, quella della scrittura. A quanto pare Marcella Nardi ama particolarmente non solo la sua terra natia, l’Italia, ma anche il periodo storico del Medioevo e i thrillers perchè il sottotitolo dell’opera è “cospirazioni, delitti e intrighi mozzafiato. Quattro storie ambientate tra gli sfarzi di un affascinante medioevo italiano”.

Tre di queste quattro storie sono liberamente ispirate a personaggi storici. Il primo, che s’intitola “Grata Aura”, s’ispira alla storia dei due amanti di Gradara e si svolge intorno al 1275; il secondo dal titolo ”La vendetta va servita fredda” ha come personaggio centrale Marco Polo e ha luogo tra il 1288 e il 1299 tra Genova e Venezia. Il quarto racconto, intitolato “Codice DNA” è ispirato alla vita di san Tommaso d’Aquino e, a differenza degli altri due, la vicenda viene seguita parallelamente in tre momenti, nel periodo delle caverne, nel 1274 quando muore san Tommaso e nel 2005, ai giorni nostri, insomma. Il terzo racconto s’intitola “Lucilla, prigioniera del mercante di schiave”, si svolge nel 1177 ed è un’opera completamente di fantasia dell’autrice, molto avvincente.

Brava l’autrice, una “medieval thriller woman writer”, a mantenere alta la suspense in tutti e quattro le storie; se dovessi dire qual è stato il mio preferito sia per il ritmo serrato della narrazione sia per la novità dell’idea fondante sceglierei il quarto, il “Codice DNA”, è il più originale dei quattro e, per me, il più avvincente. Ma anche gli altri non sono da meno, vengono descritti bene sia i luoghi, quasi sempre dimore nobiliari, che le varie vicende, piene di cospirazioni e intrighi, che si concludono con epiloghi quasi sempre drammatici.