“Toponomastica femminile” è il “Nome dell’anno 2012” di Maria Pia Ercolini

toponomastica femminile

Come ogni anno dal 2006, la «Rivista Italiana di Onomastica» (RION) diretta da Enzo Caffarelli e il Laboratorio Internazionale di Onomastica dell’Università di Roma “Tor Vergata” (LION) rappresnetato da Francesca Dragotto hanno proposto anche per il 2012 il concorso “Nome dell’anno”.
Il simbolico titolo è assegnato a un nome proprio – di persona, di luogo, di oggetto, di animale, marchio industriale, nome finzionale – oppure a una voce del lessico derivante da un nome proprio, che abbia avuto modo di distinguersi per originalità, significato, fantasia, storia, o per gli eventi che riflette. Il nome deve essere italiano o comunque largamente diffusosi in Italia (altri Paesi hanno il loro concorso nazionale) e non va confuso con “il personaggio dell’anno”.
Tra le 12 candidature finali per il 2012 (era tuttavia possibile votare anche per un nome differente), sottoposte alla valutazione del pubblico e ad alcune centinaia di linguisti, studiosi di altre discipline, studenti e lettori con richiesta tramite posta elettronica della redazione della RION e della Cattedra di Glottologia di “Tor Vergata”, è stato scelto Toponomastica femminile. Per la prima volta s’impone una voce del metalinguaggio, onomasticamente autorefenziale, ma nome proprio in quanto indicante un gruppo.
In seconda posizione Rigor Montis e in terza Rottamatore. Ma ecco la graduatoria come si è delineata dopo la votazione, indicando tra parentesi il numero di preferenze fatto 100 il valore del vincitore.

TOPONOMASTICA FEMMINILE [100]. Nasce in gennaio e in pochi mesi raccoglie migliaia di adesioni il gruppo “Toponomastica femminile”, fondato da un’insegnante romana, Maria Pia Ercolini. Finalità principale: sensibilizzare le amministrazioni locali e i cittadini affinché alle donne siano riconosciuti meriti storici, sociali, politici, culturali almeno pari a quelli degli uomini e che dunque le pubbliche intitolazioni (strade, piazze, giardini e luoghi urbani in senso lato) riguardino in modo significativo anche le figure femminili, che oggi rappresentano una percentuale minima delle insegne stradali che celebrano e commemorano personaggi. Al termine del 2012 le azioni e le proposte del gruppo comprendono: il censimento nazionale delle aree di circolazione in Italia; le iniziative “8 marzo: 3 donne, 3 strade”, “Partigiane in città”, “Largo alle Costituenti”, “Toponimi in campus” per censire gli spazi universitari e proporre anche in questo àmbito dediche a donne, “Le strade delle poliziotte” per ricordare le donne delle forze dell’ordine cadute nel compimento del proprio dovere. Echi sui media nazionali internazionali, un convegno e già varie pubblicazioni per “Toponomastica femminile”.
RIGOR MONTIS [54]. Si moltiplicano i giochi di parole col nome e cognome del premier Mario Monti: non soltanto la pizza “mari o monti”, ma anche il libro con la prima biografia intitolata Il sacro Monti, il Monti Bis, la Quota Monti (inteso come valore dello spread), ecc. Tra questi giochi linguistici ha successo in particolare quello coniato da Beppe Grillo, leader del Movimento Cinque Stelle. Rigor Montis allude al rigore, elemento fondante la politica economica del governo tecnico guidato dal professore e contemporaneamente, giocando sul rigor mortis, alle presunta morte della crescita e dello sviluppo economico che, a parere di alcuni, rappresenta appunto l’esito delle politiche di rigore.
ROTTAMATORE [42]. Matteo Renzi, sindaco di Firenze, era già stato battezzato nel 2011 il “Rottamatore” per aver dichiarato che i politici non più giovani e alla ribalta nazionale da troppo tempo, compresa la classe dirigente del suo partito, il PD, erano da “rottamare”. La violenza del verbo e l’azione continuativa di Renzi hanno portato a un inevitabile dissenso anche all’interno del PD, tradottosi nella candidatura del sindaco fiorentino alle primarie del partito, in dicembre. Primarie che vedono Renzi contendere la nomination al segretario Pierluigi Bersani nel ballottaggio finale. La “rottamazione” o comunque la messa a riposo dei politici italiani di più lungo corso è uno dei temi dominanti la discussione politica italiana del 2012 in vista delle elezioni del febbraio 2013.
AGENDA MONTI [33]. La politica, le strategie, i comportamenti e gli atteggiamenti di Mario Monti, capo del governo, costituiscono il montismo che piace alla metà degli italiani ma di più ai capi di stato e di governo straniero. La copertina del «Time» con il volto del presidente del Consiglio e la domanda “Can this man save Europe?” suggella in febbraio il grande momento del montismo. Che è tipica voce di lessico derivata con -ismo da un nome proprio, documentata anche per altri politici (berlusconismo, bossismo, dipietrismo, dalemismo, rutellismo, vendolismo, bersanismo, finismo, casinismo, pannellismo, ciampismo, scilipotismo, ecc.). Prodotto del montismo è l’Agenda Monti, ossia il programma per il presente e il futuro di Mario Monti: il quale avrebbe voluto inserire tale voce anche nel simbolo elettorale della coalizione che lo sostiene, sconsigliato però da chi ritiene che, per l’italiano medio, “agenda” sia solo una rubrica telefonica o un calendario.
MARIO [28]. «Time Magazine» compila e diffonde la lista delle 100 persone più influenti nel mondo. Insieme a Obama e a Hillary Clinton (ma anche a Rihanna e a Pippa Middleton) figurano due soli italiani, i due Mario dell’economia, il presidente del Consiglio Monti e il presidente della Bce Draghi. Mario sembra così rilanciarsi come nome italiano per eccellenza, anche se oggi non è certo tra i più frequenti per i nuovi nati e nella popolazione in generale è uscito dai primi 10. Il soprannome Super Mario era già stato più volte usato, a partire da un popolarissimo videogioco giapponese della Nintendo, Super Mario Bros., protagonisti due fratelli italiani, Mario e Luigi, contro i cattivi nel Regno dei funghi. Nella realtà, SuperMario è stato chiamato il ciclista Cipollini e poi il calciatore Balotelli. In giugno, il contemporaneo successo del capo del governo italiano nel vertice europeo di Bruxelles e dell’attaccante della Nazionale nella partita vinta contro la Germania ai campionati europei, induce a ripescare in grande stile il soprannome, divenuto perfino Super-SuperMario.
HU e SINGH [16]. L’anagrafe del Comune di Milano scopre che il secondo cognome più numeroso in città, dopo Rossi, è il cinese Hu. La notizia fa il giro delle televisioni e dei giornali. I cognomi cinesi tra i primi 10 a Milano sono 3, con Chen e Zhou; tra i primi 100 sono ben 12. Al pari di molti cognomi cinesi Hu può avere vari significati, ma in particolare si collega alla riduzione del toponimo Youhu, esistente all’epoca della dinastia Xia. Invece Singh vuol dire ‘leone’ ed è il più numeroso tra gli indo-pakistani di religione sikh emigrati in Italia. La sua frequenza è tale che Singh è oggi il 1º in assoluto in alcuni comuni tra i quali Brescia, dove ha surclassato Ferrari, Rossi, Bianchi e tutti i nomi di famiglia della tradizione italiana. Si tratta, inoltre, di un cognome (ma anche nome personale e soprannone) esclusivamente maschile, cui corrisponde il femminile Kaur, che vale ‘principessa’.
GRILLINI [9]. Il successo elettorale di Beppe Grillo e del suo Movimento Cinque Stelle nella tornata amministrativa ha il sapore del boom. Percentuali in doppia cifra in molte città, il candidato grillino diventa sindaco a Parma dal 20 maggio e in alcuni comuni minori. Intanto la parola grillino, rifiutata dagli interessati, entra nel vocabolario italiano. In genere i seguaci di un politico o di qualsiasi personaggio ne assumono il nome con il suffisso -iano: berlusconiano, dalemiano, finiano, bossiano… Nel caso del comico genovese, da Grillo non sono nati i grilliani, ma i grillini, argomento per i linguisti. Del resto le eccezioni non sono mai mancate, da moroteo a dipietrista, e sono documentati anche almirantino, dipietrino, prodino, saragattino, per non dire di garibaldino, camillino e leoncavallino. E, d’altra parte, grillino non basta se, in misura sia pure minore, si leggono, soprattutto in rete, grillante, grillesco, grillista e grilloide.
SOFIA [7]. È il nome dato alla prima bimba del 2012 nata a Roma, la prima delle circa 8.500 Sofia del 2012. E solo nel 2012 l’Istat comunica ufficialmente che Sofia è il nº 1 per frequenza in campo femminile nel 2010 e poi nel 2011. In tal modo, come già previsto, si conclude dopo 20 anni esatti il regno di Giulia, che nel 1991 era subentrato a Maria, dominatore in Italia da secoli (almeno a livello nazionale). Sofia risulta nº 1 in Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia-Romagna, Umbria, Marche, Abruzzo, Calabria e Sardegna, ma perde il primato a Trento, in Friuli-Venezia Giulia, in Toscana e in Sicilia sempre in favore di Giulia, che continua a tallonarlo a poche centinaia di bambine di differenza.
CONCORDIA [4]. Il naufragio della Costa Concordia, la sera del 13 gennaio, davanti alle coste dell’isola del Giglio, con i suoi morti, feriti e dispersi è una delle maggiori tragedie del mare riguardanti navi turistiche. Il nome non porta fortuna: tutti le denominazioni delle imbarcazioni da crociera sono peraltro improntate a sentimenti positivi. Nella flotta Costa gli altri nomi sono Fortuna, Magica, Allegra, Luminosa, Deliziosa, Victoria, Serena, Romantica e Allegra, ecc. Dal 14 gennaio il nome Concordia sparisce dal sito web della Costa Crociere, ma per mesi resterà alla ribalta della cronaca. Proprio nell’anno in cui la parola concordia vive anche in politica, attraverso il sostegno congiunto al governo dei tecnici fornito, a denti stretti, da Centro-destra e Centro-sinistra.
BURLESQUE [3]. Silvio Berlusconi offre una nuova versione della tipologia delle cene e delle feste nella villa di Arcore che sono al centro dell’attenzione della magistratura: si trattava semplicemente di gare di burlesque. La parola Burlesque, divenuto anche nome proprio come titolo di un film di Steven Antin del 2010, indicava uno spettacolo di tipo parodistico destinato ai meno acculturati, e perciò detto anche le “follie dei poveri”, sviluppatosi dal Trecento come satira di vari testi e poi trasformatosi da passatempo leggero a un divertimento per adulti anche a sfondo erotico, specie in America; in ogni caso, un antesignano dello spogliarello. Deriva da burla, forse dal latino burrae, cioè ‘scherzi, sciocchezze’, ma comunque attraverso una voce spagnola burla e poi il francese burlesque.
SCIPIONE [2]. È l’anticiclone africano che rialza le temperature in Italia di una decina di gradi e segna l’arrivo dell’estate. A imitazione di quanto in modo ufficiale avviene per gli uragani e altri fenomeni atmosferici che hanno un nome di persona, anche in Italia un sito privato di metereologia, Meteo.it, che chiede il parere dei lettori, comincia ad assegnare nomi, sùbito ripresi dai giornali e dai telegiornali popolari. In giugno l’anticiclone proveniente dall’Africa e causa del fine settimana di fuoco in Italia viene battezzato Scipione, come l’Africano appunto, il generale romano che sconfisse il cartaginese Annibale. Il nome Scipione, continuatosi anche dal Rinascimento in poi e portato nel XX secolo da circa 850 italiani, deriva dal cognomen latino Scipio che vuol dire ’bastone di comando, scettro’. Seguono Caronte a fine giugno, Minosse ai primi e Ulisse negli ultimi giorni di luglio, e poi da agosto Nerone, Caligola, Poppea, Virgilio, Circe, Bacco, Medea, per ogni ondata di caldo o di freddo…
ITALO [1]. La liberalizzazione nell’ambito dei servizi dei trasporti ferroviari si concretizza con l’esordio di Italo, da Napoli Centrale a Milano Porta Garibaldi passando per Roma Tiburtina, Firenze S. Maria Novella, Bologna Centrale e Milano Rogoredo. È il treno ad alta velocità della compagnia privata Ntv (Nuovo Trasporto Viaggiatori) che fa capo a Luca Cordero di Montezemolo e interrompe il monopolio di Trenitalia; cinema, collegamento wi-fi e distributori di bibite e snack tra le novità; la classe economica si chiama Smart, contrapposta alla Prima e alla Club (lusso e superlusso). A pieno regime i collegamenti saranno 50 tra 9 città e 15 stazioni. Italo è il nome dell’eroe leggendario, enotrio o forse siculo che, secondo una tradizione poco accreditata, avrebbe dato nome all’Italia; come nome di persona è stato imposto a più di 40.000 italiani nel XX secolo (con oltre 6.000 tra Itala e Italina).

Tra le numerose motivazioni che hanno accompagnato la segnalazione delle preferenze, riportiamo: per Grillini, Lorenzo Coveri (Università di Genova): «Sia per la novità politica e culturale, sia per la relativa innovazione linguistica».
Per Agenda Monti, anzi Agenda-Monti, Angelo Di Nuzzo (Roma): «Perché, tenendo conto che la parola non è che il gerundivo di ago, agis… e quindi significa ‘cose da fare, che devono essere fatte’, le due parole associate dal trattino voglion dire il programma attuale e futuro che il prof. Monti ha in mente. Richiamo l’attenzione su quel trattino, che Monti aggiunse per fare chiarezza, per indicare la sua agenda e distinguersi dalle imitazioni».
Per Hu e Singh, l’opinione di Andrea Funocchiaro (Crema-Cr): «La loro enorme diffusione è un monito per tutti, in particolare per coloro che pensano a una società immutabile nelle tradizioni e nelle etnie. Come nei secoli scorsi, in Italia, numerosi popoli hanno lasciato le loro impronte genetiche e onomastiche, così ora ai vecchi substrati si aggiungono nuove identità linguistiche e culturali, Non è improbabile che un giorno, così come ad esempio il germanico Harding divenne Ardenghi, l’indiano Singh possa, adattandosi, mutare in Singhi e poi entrare a pieno diritto in un “futuristico” dizionario dei cognomi italiani».
A un identico voto perviene Guido Borghi (Università di Genova) dopo aver considerato tutti i candidati: «Mario, Sofia, Scipione, Concordia, Hu e Singh sono a tutti gli effetti nomi proprî, gli altri sono appellativi deonomastici (o nemmeno tali, nel caso di Toponomastica femminile); Italo e Concordia crematonimi, Mario e Sofia (e indirettamente Scipione) idionimi, Hu e Singh cognomi: questi ultimi quattro (o cinque) mi sembrano prototipici e per importanza sociolinguistica dovrebbero prevalere Sofia oppure Hu e Singh. Data la mia adesione politica all’eurasismo, opto senz’altro per Hu e Singh».
Ed ecco alcune motivazioni per il nome vincente, Toponomastica femminile. Maddalena Toscano (Università di Napoli “L’Orientale”): «Per l’originalità del progetto, la vivacità del gruppo che vi lavora, la briosità dell’espressione». Silvia Nebbia: «Una vera grande novità che cambia alla radice gli orientamenti sociali e restituisce finalmente dignità a molte autorevoli figure, contribuendo a costruire una città a misura di donna». Carlo Guarnieri: «Per il coraggioso e minuzioso lavoro senza precedenti al mondo, di questo gruppo di volontarie che sta svelando sempre di più quando questa società patriarcale abbia davvero poco rispetto e memoria per grandi donne della società civile che non siano Sante o Madonne».

Nel 2006, prima edizione del “Nome dell’anno”, aveva vinto Moggiopoli; nel 2007 Oceano, Chanel e Tobias; nel 2008 Alitaglia; nel 2009 Zerotituli; nel 2010 Vuvuzela; e nel 2011 Indignati, davanti a Mr. Spread e a Centocinquantenario