Firenze…una malia – vien via ‘unn’andà via con Riccardo Marasco, recensione di Fausta Spazzacampagna
Quando Marasco canta “Firenze bottegaia” (la canzone con cui ha dato inizio allo stupendo spettacolo di domenica pomeriggio al teatro Lumière) e arriva al verso “e già ne andavo fiero di esse nato fiorentino” gli si legge negli occhi e si sente nella voce tutto il suo amore per Firenze, per la sua storia, per le sue tradizioni di cui è profondo conoscitore e ricercatore.
In questo suo ultimo spettacolo, tutto dedicato alla Firenze maliarda, che si fa amare follemente nonostante le rughe con cui il tempo e l’uomo ne hanno segnato il volto, questo menestrello tanto amato dai fiorentini porta a spasso il pubblico per le strade, i vicoli e le piazzette bellissime ma oramai abbandonati al degrado (e traspare tutto il suo dolore per questa situazione) e fa un viaggio nel tempo, nelle antiche tradizioni del maggio e delle stornellate, delle serenate sotto al balcone, con la sua ironia graffiante o con struggente malinconia e nostalgia, ma sempre con tanto amore e con profondo e forte sentimento Così tra un racconto e una canzone, tra bellissime melodie e qualche canzone più “scanzonata” si sono susseguite “Quel garofano blu”, “L’è un po’ bruttina”, “Ne avevo una”, l’immancabile (non può non cantarla nei suoi concerti) “L’alluvione” – tanto per citarne alcune – e poi, “obbligato” al bis (tanto non lo lasciavamo andare via…) “Il valzer de la po’era gente” e “Firenze sogna” per finire poi con la “Teresina”.
Con lui sul palco i due stupendi accompagnatori di sempre, Silvio Trotta col mandolino su cui improvvisa delle acrobazie musicali in uno spassoso duetto tra lui e Marasco e la bellissima chitarra di Alessandro Bruni – i mitici Cip e Ciop!
Quasi due ore di musica e sogni con cui Marasco si regala al pubblico con tutto se stesso, donando gioia che gli torna ricambiata dagli applausi scroscianti e affettuosi.
Firenze, senza nulla togliere alle altre città italiane, è nel cuore di tutti. Ce la immaginiamo sempre lustra e bellissima, ben tenuta e magica.
Ora sapere che anche lì c’è degrado fa veramente male. Speriamo si possa uscire da questa situazione sicchè i cantanti fiorentini non possano che tesserne le lodi.
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