“Non volare via” di Sara Rattaro, recensione di Daniela Domenici
Mi aveva fatto già innamorare con il suo “Un so qualunque di te” del 2011 che ho recensito (come tutti i libri che incontrano il mio gusto) esattamente un anno fa
e anche con questa sua ultima creazione letteraria “Non volare via” la scrittrice genovese Sara Rattaro è riuscita nell’intento: sorrisi e commozione, in una parola, emozioni a profusione e ininterrotte per tutte le 214 del libro che ho divorato e che avrei voluto continuasse ancora.
Nell’intervista all’autrice posta alla fine del libro leggo nella prima domanda a lei rivolta: “è un romanzo intenso sui delicati meccanismi che reggono i legami familiari ma è soprattutto una storia sulla forma dell’amore in ogni sua forma e sull’importanza delle scelte. Da dove nasce l’idea del libro?” e la Rattaro risponde: “come spesso mi capita non esiste un vero punto d’inizio delle storie che racconto. In qualche modo sono loro a trovarmi e non mi abbandonano finché non riesco a dare loro la vita che meritano…”
Mi sembra che queste parole rendano perfettamente in sintesi il cuore di questa nuova opera: l’amore in tutte le sue forme e i legami familiari, quelli che intercorrono tra i quattro formidabili e commoventi protagonisti della storia: Sandra, Alberto e i loro due figli, Alice e Matteo, il vero cuore propulsore della vicenda.
Intorno a loro ruotano altre persone che entrano, in modi diversi, nelle vite di Sandra e Alberto, stravolgendole ma che serviranno a entrambi a fare delle scelte finali mature e consapevoli in nome, appunto, dell’Amore.
“…per essere straordinari non è necessario essere perfetti” dice l’autrice e “Non volare via” è la storia di un amore grande e imperfetto, è il romanzo di Matteo, un bambino coraggioso, di Alberto, un padre spaventato e di Alice, sua sorella, una ragazza con i piedi per terra. Ma anche quello di Sandra, una madre che non ha dimenticato di essere donna a cui suo marito Alberto scrive, nel capitolo finale a lei dedicato, “sei tu che hai saggezza da vendere e che sei sempre pronta a portarci in salvo…”
Originalissima l’idea di intitolare i vari capitoli con frasi tratte dal gioco degli scacchi, un escamotage che lega in un unicuum Alberto, suo padre, i suoi figli, Alice e Matteo e, alla fine, anche Sandra.
Concludo con le parole finali della seconda di copertina: “…questo è il momento indecifrabile della vita in cui amore, colpa e perdono si fondono in un unico istante”.
