“Fate e l’eredità dei secoli” di Zaira Tutino, recensione di Daniela Domenici

fate e l'eredità dei secoli

Un fantasy scritto magistralmente da una bambina di 12 anni con la maturità di contenuto, la fantasia dirompente e  lo stile narrativo assolutamente scorrevole, senza errori, di una persona adulta.

Ma Zaira Tutino non era una bambina come tante altre, ho avuto il piacere di conoscere lei e la sua splendida famiglia qualche anno fa quando ancora abitavano (e anche io) ad Augusta, in provincia di Siracusa; poi si sono trasferiti vicino a Trento per il lavoro del padre e non ho più avuto occasione di riabbracciarla.

Questo libro ha per me un valore speciale: la prima volta che sono entrata nel bar dei suoi genitori appena ha saputo che amo correggere le bozze dei libri prima della pubblicazione è andata subito a prenderlo e me l’ha fatto leggere.

Ho detto subito alla sua mamma Luisa :”Zaira è una bambina indaco, sento che lo è” e lei ha voluto saperne di più su questa categoria di bambini e a distanza di anni mi ha raccontato che un’altra persona, senza sapere niente di me, ha affermato la stessa cosa e le ha pure regalato un libro sull’argomento.

La storia immaginata non aveva minimamente bisogno di alcuna correzione ed era anche arricchita dai disegni della stessa Zaira, gli stessi che la sua splendida mamma ha fatto mettere in copertina e all’interno della narrazione.

E’ una storia di fate buone e di fate cattive ma è, soprattutto, una riflessione adulta su temi come l’amicizia, la cooperazione, il perdono che legano le deliziose protagoniste di questa storia immaginata da Zaira all’epoca.

Era una bambina straordinaria perché nonostante la gravissima patologia riusciva a fare coraggio ai suoi genitori, al suo fratellino e a regalare un sorriso e la sua splendida voce ai compagni di classe, ai docenti e a chiunque la incontrasse.

E la sua mamma ha voluto caparbiamente dare alle stampe quest’opera della sua Zaira per ricordarla: aveva la fibrosi cistica e ci ha lasciato un anno e mezzo fa dopo un trapianto di polmoni e continua la sua missione di “bambina indaco” dal luogo magico in cui è insieme alle fate, alle sirene e a tutti gli animali che popolano la sua storia.