“Aurora” di Adele Libero
Se pure il gelo ricamava i vetri di disegni sottili come trine graziose e sebbene la famiglia dormisse ancora e nessuno si era affacciato nella calda cucina a chiedere un caffè, Aurora decise che era il momento di uscire per la messa.
Era il primo gennaio e non aveva mancato mai a questo importante appuntamento, era sempre uscita, con qualsiasi tempo e si era recata nella sua parrocchia alla funzione delle nove.
Quindi indossò guanti, cappellino di lana e il suo unico cappotto più pesante e si immerse nella nebbiolina mattutina. L’aria che respirava le pungeva un po’ in gola, era davvero gelata, il naso le diventò subito color rosso-ciliegia ed i piedi iniziarono a dolere negli stivali.
Nel breve percorso Aurora ripercorse mentalmente tutto il da fare che l’attendeva al rientro: bollire la carne da brodo, preparare la tavola e prima di tutto fare i cappelletti a mano. Erano tutte piccole tradizioni del giorno uno gennaio ed anche quest’anno non sarebbe stato diverso. Oppure no, diverso lo era già, nei loro cuori. Il marito aveva perso il lavoro proprio il giorno precedente perché la pasticceria dove aveva lavorato per vent’anni aveva improvvisamente chiuso. Le aveva portato la notizia insieme ad un enorme cartoccio di dolciumi che, peraltro, non avevano addolcito l’atmosfera di casa.
Rita, la più piccola dei loro tre figli, aveva subito pianto perché pure se aveva solo sette anni aveva compreso il gran fardello che avrebbe dovuto sopportare la famiglia. Giacomo e Francesco, i gemelli di undici anni, avevano messo giù la testa ed iniziato a rimpinzarsi di dolci. Chissà, forse in futuro non ne avrebbero potuto mangiare così spesso.
Aurora non aveva fiatato. Aveva abbracciato suo marito e gli aveva detto di non preoccuparsi. Ora che anche Rita era cresciuta avrebbe potuto riprendere a fare il lavoro di stiratrice presso la vicina lavanderia. Questo aveva fatto presente, ben conscia, però, che attualmente anche lì il lavoro scarseggiava. Ma che poteva dire in quel momento?
Con queste cupe riflessioni per la testa aveva percorso la strada per la chiesa. Entrò e si inginocchiò nella prima panca, davanti all’altare ed alla piccola culla che stava tra lei e l’altare stesso, dove era stata adagiata una statuina del Bambino Gesù. Era bellissima, di grandezza naturale, ben curata e gli occhi, in particolare, brillavano e sembrava che la osservassero con compassione, sorridendole.
La donna, spontaneamente, sorrise a sua volta alla statua. Iniziò la Messa e, dopo poco, stranamente, Aurora sentì su di sé uno strano calore, una corrente calda che pareva partisse proprio dal Bambino. Guardò a destra, a sinistra, dietro le sue spalle. Nessuna stufa era stata collocata a riscaldare gli astanti. Allora, mentre pregava un po’ meccanicamente, cominciò a pensare che quel calore venisse davvero dal Bambino. Ma certo! La guardava e sorrideva, ne era più che sicura !
Aurora si sentì scaldare il cuore, come mai prima. E le venne un pensiero assurdo, se Dio aveva mandato quel misterioso caldo era perché le voleva far sapere che non si doveva avvilire. Le cose si sarebbero messe bene, anche per il nuovo anno.
Al termine, dopo la benedizione che investiva proprio tutto il 2016, la donna si alzò e si avviò con nuova fiducia all’uscita. Prima di raggiungerla la fermò il Signor Carlo, il proprietario della lavanderia dove aveva lavorato tanti anni prima. Si salutarono e si augurarono buon anno. Nel breve discorso che seguì lui spiegò che stava cercando qualcuno perché avrebbe dovuto chiudere la lavanderia, ma intendeva aprire un negozietto di rammendo e cucito, un’arte ormai in disuso dato che molte donne non sapevano tenere un ago in mano. Conosceva per caso qualcuna in grado ? Aurora gli precisò che aveva cominciato a fare pratica a sette anni presso una sartoria, facendo gli orli agli abiti ed imparando piano piano l’arte del cucito. Quindi, avrebbe potuto prendere lei stessa in considerazione quella proposta.
Si lasciarono con l’intesa di sentirsi l’indomani, per definire la questione.
Dio mio, come si allargò il cuore di Aurora ! Era stato il Bambino, si si il Bambino Gesù!!! Corse verso casa per riferire il tutto.
E ringraziò la vecchia abitudine di andare a messa almeno il primo di ogni anno.
Chissà perché per tutto quel tempo non aveva mai alzato la testa al soffitto: avrebbe notato un grande lampadario-stufa, installato da poco dal Parroco per garantire durante le cerimonie un buon riscaldamento della chiesa.