De André a Firenze, di Daniela Domenici

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foto da me scattata questa mattina

Stamattina passando casualmente in quella zona mi ha colpito questa targa e mi è sorta una riflessione che vorrei condividere con voi.

In genere una biblioteca dovrebbe essere dedicata a un/a scrittore/rice o a un/a poeta le cui opere, probabilmente, si trovano all’interno della stessa; aggiungo che sarebbe auspicabile dedicarla a un/a artista locale, autoctono/a se fosse possibile.

Invece il quartiere 1 di Firenze ha deciso di intitolare la sua biblioteca non solo a un “forestiero” ma addirittura a un cantautore i cui testi sono, è vero, delle poesie ma ufficialmente non risulta appartenere alla categoria suddetta.

La domanda che mi pongo (e aalla quale non avrò risposta…) è questa: pur amando da sempre la genialità di Faber non si sarebbe potuto scegliere una scrittrice o una poeta locale? Ce ne sono un’infinità, avrebbero potuto attingere al mio recente saggio “Moderata Fonte e le altre” o scegliere tra le centinaia a cui ho dedicato un post qui nel mio sito…