Nella valle dell’Eden, di Silvana Sanna, recensione di Daniela Domenici
Semplicemente stupendo: desiderio iniziare questa mia recensione così perché è esattamente quello che penso di questo libro di Silvana Sanna che mi ha fatto appassionare e commuovere a tal punto da leggerlo in un soffio e sulla scia delle emozioni che mi ha suscitato parlarvene a caldo.
I due protagonisti principali sono Anna e Biagio, due giovani che hanno in comune l’amore per la montagna e che si incontrano, per la prima volta, proprio in un rifugio. Da quell’incontro Sanna crea una storia molto romantica, nel senso più vero e bello del termine, e delicata che si svolge in una valle simile all’Eden, ma anche alquanto drammatica; inserisce anche un pizzico di suspense suddividendola cronologicamente in tre momenti, i primi due abbastanza vicini e l’ultimo molti anni dopo. Bravissima l’autrice, nel terzo capitolo, a non farci capire subito cosa sia accaduto in quell’intervallo di tempo anche se, voglio confessarlo, aveva immaginato che fosse andata a finire proprio così…ma non vi dico come, naturalmente.
Insieme a Biagio e ad Anna conosciamo tanti/e altri/e co-protagonisti/e, da Greta e Carla, le amiche del cuore di Anna, a Oreste, il gestore del rifugio, quasi un padre per Biagio, e poi l’amico Antonio, i genitori di Anna e Patrizia, sua sorella, tutti/e splendidamente caratterizzati grazie ai tanti dialoghi ma anche alle parti narrative che descrivono, con grande rispetto e amore, le montagne in cui si svolge la storia e che immagino l’autrice conosca profondamente.