La notte del pipistrello, di Silvana Sanna, recensione di Daniela Domenici
Dopo la raccolta di splendide storie dedicate a otto donne
la scrittrice Silvana Sanna ci regala un altro delizioso libro in cui ha racchiuso tre “storie di diversa normalità”, come recita il sottotitolo, e ancora una volta riesce a farci commuovere e a farci riflettere su quanto sia difficile, per molte persone, accettare la diversità.
Nel primo e nel secondo racconto, “la sera della festa” e “il diritto alla felicità”, sono le straordinarie madri che con coraggio e infinito amore riescono a dare sostegno ai rispettivi figli che sono “diversamente normali” perché Paolo è omosessuale e Davide ha un leggero ritardo mentale. In entrambi i casi i rispettivi mariti e padri non li accettano, li ostacolano, li ignorano ma saranno, appunto, mamma Angela e mamma Anna che combatteranno con loro e per loro.
Nel terzo racconto, che dà il titolo alla raccolta, la diversa normalità riguarda un adolescente, Egidio, che a causa di un parto non curato adeguatamente ha avuto delle leggere malformazioni fisiche che lo portano a essere sempre preso in giro e malmenato dai compagni di gioco. Rosetta, una ragazzina del gruppo, è l’unica che grazie a una notte con un pipistrello scopre quanta sensibilità e tenerezza abbia Egidio e ne diventa l’unica amica.
Fantasia inesauribile unita a uno stile di scrittura ricco e fluido colorato di apertura e amore verso ogni essere vivente: sono queste le cifre distintive di Silvana Sanna che, ancora una volta, hanno fatto volar via, in un soffio, il suo libro.